Italia. Manovra verso la fiducia tra le contestazioni della Lega. Andrea Olivero:
correttivi insufficienti
Al via l'esame della manovra, licenziata dalle Commissioni bilancio e finanze nella
seduta notturna di ieri. E al Senato questa mattina è andata in scena la dura contestazione
del Carroccio contro Monti. Il voto sulla pregiudiziale di costituzionalità nel pomeriggio.
La richiesta del voto di fiducia, ormai scontato, sarà questa sera, o al massimo domani
mattina. Il servizio è di Salvatore Sabatino:
Il presidente
del Consiglio Monti, doveva riferire del vertice UE dell’8 e 9 dicembre scorsi, ma
non è stata impresa facile, perché la Lega non ha dato tregua. Una contestazione durissima,
con cartelli contro la manovra, ma anche con urla ed interruzioni, tanto da costringere
il presidente del Senato Schifani a sospendere la seduta, definendo quanto accaduto
“una sceneggiata mortificante per il Parlamento". Poi la ripresa dei lavori, con il
presidente del Consiglio nuovamente interrotto dalle intemperanze del Carroccio.
Un discorso, comunque, il suo, con un immancabile richiamo alla manovra; partendo
dal monito dei cartelli esposti dalla Lega (basta tasse) ha annunciato l'apertura
dell'Italia, in sede europea, alla tassa sulle transazioni finanziarie. Poi una critica
al risultato del Consiglio europeo; "non è stato per ora all'altezza delle nostre
aspettative - ha riferito – ma è stato abbastanza significativo", in particolare sul
tema degli Eurobond che verrà inserito nel rapporto che Van Rompuy, Barroso e Juncker
presenteranno entro il 31 marzo, e sul rafforzamento dell'operatività del fondo salva-Stati.
Ieri sera, inoltre, il premier aveva presentato la manovra correttiva dei conti pubblici,
alle Commissioni bilancio e finanze di Montecitorio. Un pacchetto di emendamenti che
prevede detrazioni per la nuova Imu sulla prima casa fino ad un massimo di 400 euro
in base al numero dei figli, un contributo di solidarietà del 15% per le indennità
pensionistiche oltre i 200 mila euro, un’imposta sui capitali scudati. Per quanto
riguarda le Province, invece, decadranno a scadenza naturale ed il taglio degli stipendi
ai politici, verrà effettuato dalla Camera.
Per un commento sulla manovra
economica, così come esce dagli emendamenti, Luca Collodi ha sentito il presidente
delle Acli Andrea Olivero:
R. - Sicuramente
è un poco più equa, mettiamola in questi termini. Ci sono elementi - la rivalutazione
delle pensioni fino al triplo della minima e l’Ici con un’attenzione alle famiglie
con figli - che ci dicono che qualcosa è stato fatto ... però è ancora poco rispetto
all’attesa di chi voleva vedere totalmente esentati dai nuovi sacrifici coloro che
già troppo stanno pagando la crisi economica.
D. - Che cosa si poteva
fare in più, che i partiti non hanno fatto o non sono stati in grado di fare?
R.
– Innanzitutto bisognava ripartire in maniera diversa il peso, andando a far sì che
fossero quanti hanno più risorse economiche patrimoniali a contribuire al risanamento
del Paese. In un momento di emergenza è necessario che siano soprattutto i ricchi,
quanti hanno più risorse, a dare il loro contributo; così non è stato fatto ancora
in maniera sufficiente. In questa maniera si poteva, probabilmente, andare ad escludere
fino in fondo i ceti popolari dal pagare ulteriormente, ceti popolari fortemente impoveriti
negli ultimi anni.
D. - La politica, a quanto pare, sembra ancora salva
dai tagli. E' così oppure c’è un semplice rinvio per i prossimi mesi?
R.
– No, è purtroppo così. Noi osserviamo ancora una volta che il mondo politico da solo
non arriva ad autoriformarsi e che non coglie l’urgenza del momento. Forse sottovalutano
quell’astio, quel malcontento sordo che sta crescendo all’interno del nostro Paese
e che è pessimo da ogni punto di vista: porta sfiducia e porta anche a un disimpegno.
Noi siamo convinti che sia necessario anche partire da gesti simbolici. La riduzione
degli stipendi e delle pensioni dei parlamentari non è decisiva per i conti dello
Stato però è decisiva per far sì che tutti si sentano corresponsabili e non soltanto
tartassati.
D. – Voi avete analizzato l’umore dell’elettorato cattolico
con una indagine che avete affidato ad Ipsos: che cosa è venuto fuori?
R.
– E’ venuto fuori innanzitutto che c’è una difficoltà da parte dei cattolici, e dei
cattolici praticanti in particolare, a ritrovarsi nello schema politico attuale. Dalla
nascita del governo Monti, dobbiamo dire la verità, c’è anche una piccola ripresa
di speranza; forse, appunto, l’attenzione di questi ministri, dello stesso presidente,
a un parlare ai cittadini, avere un tono sobrio, ha aiutato un po’, ma c’è ancora
troppa poca fiducia nei confronti dei partiti: non ci si sente rappresentati. C’è
però anche un dato positivo: i cattolici praticanti hanno voglia nuovamente di impegnarsi
e di appassionarsi alla politica. Questo potrebbe diventare un passaggio importante
per quella ricostruzione necessaria, per quella costruzione di un percorso vero di
rigenerazione, cioè di costruzione di una nuova generazione di persone impegnate in
politica. (bf)