Africa: la Chiesa incoraggia le donne ad essere agenti di cambiamento nella società
Prendere posizione nella società per dare il via ad un cambiamento positivo verso
lo sviluppo: questa la raccomandazione che la Chiesa d’Africa lancia alle donne del
continente. L’invito arriva al termine del Seminario tenuto nei giorni scorsi a Nairobi
dalla Commissione Giustizia e Pace dell’Amecea e dedicato al tema “Donne per la responsabilità”.
L’Amecea, è l’Associazione dei membri delle Conferenze episcopali dell’Africa Orientale,
composta da Tanzania, Uganda, Kenya, Zambia, Etiopia, Malawi, Eritrea e Sudan, con
Gibuti e Somalia come affiliati. Secondo quanto emerso dai lavori, riferisce una nota
dell’organismo episcopale, le donne africane si sentono emarginate dalla società anche
perché non si sostengono a vicenda. “È tempo di prendere posizione nella società –
ricorda l’Amecea – Le donne devono avere un ruolo, assumersi le responsabilità perché
la società ha bisogno di loro. Ma devono anche credere in se stesse e nelle proprie
capacità”. Il Seminario ha, inoltre, riflettuto su come rendere le donne africane
più autosufficienti, in particolare le casalinghe che dipendono esclusivamente dai
loro coniugi. I progetti femminili, si legge ancora nella nota dell’Amecea, spesso
falliscono a causa di stereotipi che minano la fiducia delle donne e le privano del
sostegno necessario da parte delle comunità di base. Le donne, inoltre, non vengono
coinvolte nei progetti riguardanti la lotta alla povertà o l’emergenza educativa e
ciò le riduce ad essere solo casalinghe. Per contrastare, dunque, tale situazione,
il Seminario suggerisce l’istituzione di incontri periodici affinché l’universo femminile
africano possa, a poco a poco, avere una maggiore consapevolezza delle proprie qualità;
la sensibilizzazione delle donne sui propri diritti; il coinvolgimento dei coniugi
nella fase iniziale di ogni progetto, così da accrescere il sostegno reciproco, e
l’incoraggiamento alle donne ad essere più autosufficienti. Infine, l’Amecea si è
detta disponibile alla stesura di un memorandum condiviso e all’organizzazione di
altri incontri per permettere lo scambio di idee ed esperienze tra tutti i partecipanti.
La riflessione della Chiesa africana si allinea, così, a quanto scritto da Benedetto
XVI nell’Esortazione apostolica post-sinodale Africae Munus: nel documento, infatti,
il Papa ricorda che “le donne in Africa, con i loro numerosi talenti e i loro doni
insostituibili, apportano un grande contributo alla famiglia, alla società e alla
Chiesa. La Chiesa e la società hanno bisogno che le donne abbiano tutto il posto che
spetta loro nel mondo affinché l’essere umano vi possa vivere senza disumanizzarsi
del tutto”. Riscontrando, poi, che “troppo numerose sono ancora le pratiche che umiliano
le donne e le avviliscono, in nome della tradizione ancestrale”, il Pontefice invita
“insistentemente i discepoli di Cristo a combattere ogni atto di violenza contro le
donne, a denunciarlo e a condannarlo” e chiede alla Chiesa di contribuire “al riconoscimento
e alla liberazione della donna, seguendo l’esempio dato da Cristo” (AM 55-57). (A
cura di Isabella Piro)