Pakistan: pressioni politiche e falsi testimoni per insabbiare il caso della giovane
cattolica uccisa
Pressioni politiche e falsi testimoni intendono insabbiare il caso della “Maria Goretti
del Pakistan”, come la definisce la comunità cristiana locale: si tratta di Mariah
Manisha, ragazza cattolica uccisa il 27 novembre scorso nel villaggio di Samundari
(diocesi di Faisalabad) dal 28enne musulmano Mohammad Arif Gujjar, perchè si era opposta
a uno stupro, a un matrimonio forzato e alla conversione all’islam. Padre Khalid Rashid
Asi, vicario generale della diocesi di Faisalabad, dichiara all’agenzia Fides: “Alte
personalità politiche si stanno muovendo per far rilasciare l’omicida di Mariah. Temiamo
che le indagini possano finire con un nulla di fatto. Per questo, come Chiesa locale,
stiamo seguendo il caso e lo abbiamo portato all’attenzione della Commissione ‘Giustizia
e Pace’ della Conferenza episcopale”. “Chiederemo ufficialmente che le indagini sul
caso vengano affidate a un team di inquirenti federale, per evitare problemi di corruzione
e contaminazioni locali” spiega il vicario della diocesi, anticipando a Fides i contenuti
di un comunicato ufficiale che il vescovo di Faisalabad, mons. Joseph Coutts, diffonderà
nei prossimi giorni. Secondo informazioni fornite dalla Commissione “Giustizia e Pace”
di Faisalabad, “le indagini sul caso continuano, ma nel villaggio di Samundari, dove
ci sono pochissimi cristiani, alcuni testimoni musulmani sono pronti a dichiarare
che la ragazza si è suicidata, per scagionare il vero colpevole”. La Commissione Giustizia
e Pace ha svolto sue indagini e ha scoperto che Arif Gujjar, invaghitosi di Mariah,
da tempo la perseguitava e la minacciava, visto il rifiuto alle sue avances. La Chiesa
locale, dice padre Asi, “attende la conclusione ufficiale di questa vicenda per poi
valutare il caso da un punto di vista strettamente spirituale e per esaminare la possibilità
di segnalarlo come caso di martirio”. Negli ultimi anni la comunità cattolica in Pakistan,
conclude, “ha diversi casi come questo, in cui i credenti, gente povera e umile, hanno
preferito morire piuttosto che abbandonare la propria fede sotto minaccia”. (R.P.)