Pakistan: a Faisalabad cristiani e musulmani, uniti, invocano “diritti umani per tutti”
Due organizzazioni cristiane di Faisalabad (nel Punjab) hanno promosso una marcia
pacifica intitolata “Diritti umani per tutti”, cui hanno partecipato anche decine
di musulmani ed esponenti della società civile. L’evento - riferisce l'agenzia AsiaNews
- si è tenuto lo scorso 10 dicembre, in concomitanza con la Giornata universale per
i diritti umani, durante la quale si sono ricordati i 63 anni dalla Dichiarazione
universale dei diritti umani, uno dei più importanti obiettivi proposti dalle Nazioni
Unite nella loro storia. Come nel resto del mondo, anche in Pakistan per tutta la
giornata e in diverse aree del Paese si sono svolti seminari, conferenze, camminate,
manifestazioni, gruppi di discussione, mostre, esibizioni, tavole rotonde per promuovere
lo “spirito dei diritti umani”, il suo valore universale, veicolando al contempo il
messaggio di “uguaglianza” fra tutti i cittadini e “unità nella diversità”. La marcia
di Faisalabad è stata promossa dalla fondazione Pace e sviluppo umano (Phd), diretta
dall’attivista cristiano Suneel Malik, e dall’Associazione femminile per la consapevolezza
e la motivazione (Awam), guidata da Nazia Sardar, attivista cristiana per i diritti
delle donne. La manifestazione ha preso il via al Circolo della stampa e si è conclusa,
dopo aver sfilato in modo pacifico per le vie della città, alla Torre dell’orologio.
In cima al corteo “Diritti umani per tutti” vi era la parlamentare Khalida Mansoor,
che ha camminato assieme a 150 fra insegnanti, studenti, attivisti ed esponenti della
società civile cristiani e musulmani. Molte le sigle che hanno aderito all’iniziativa,
fra cui la sezione locale della Commissione nazionale di Giustizia e pace della Chiesa
cattolica (Ncjp), la Fondazione Harmony, il Movimento per il lavoro Qaumi, la sigla
sindacale Freedom Bhatta e il Partito pakistano dei lavoratori. Ispirandosi alla Dichiarazione
universale per i diritti umani, i manifestanti “armati” di soli cartelli e slogan
hanno invocato pace, giustizia, dignità, libertà e uguaglianza per tutti, senza differenze
interconfessionali, condannando senza mezzi termini corruzione, violenze e divisioni
di sesso o religione in seno alla società pakistana. Rivolgendosi ai partecipanti,
la parlamentare Khalida Mansoor ha ricordato che la terra ospita “tutti gli esseri
viventi” e per questo bisogna garantire pari importanza a ciascun individuo. “Il Pakistan
ha sottoscritto i più importanti trattati Onu sui diritti umani – ricorda – ma le
persone spesso ignorano i loro diritti. Per questo va promosso un movimento nazionale,
per accrescere la consapevolezza”. Suneel Malik spiega che “crescono le violazioni
ai diritti umani in Pakistan”, soprattutto a carico di donne, minoranze religiose,
bambini e persone affette da disabilità. L’attivista Shazia George aggiunge che “la
discriminazione” è la radice di tutti i conflitti e chiede che vengano banditi dalle
scuole “i libri o altro materiale che fomentano l’odio”. Infine Nazia Sardar, femminista
cristiana, che auspica maggiore protezione alle donne in famiglia e nei luoghi di
lavoro, unito al riconoscimento dell’attività di “collaboratrice domestica” o contadina
fra le mansioni che godono di tutela legale. (R.P.)