Myanmar: stop alla guerra civile. Per i vescovi si avvicina il momento della pace
Il Presidente del Myanmar, Thein Sein, ha ordinato all’esercito di cessare gli attacchi
contro i ribelli di etnia kachin, come comunicato dall’ufficio presidenziale. Secondo
gli osservatori, la mossa sembra una svolta per porre fine al conflitto civile che
imperversa nel nord del Myanmar, segnato da violenze e abusi sui civili, e che ha
fatto 50 mila sfollati kachin, in maggioranza cristiani. Thein Sein avrebbe agito
in conseguenza delle pressioni internazionali, in particolare degli Stati Uniti, che
hanno posto tale “precondizione” per ammorbidire le sanzioni economiche verso il Mynamar.
Mons. Raymond Saw Po Ray, vescovo di Mawlamyine e presidente della Commissione “Giustizia
e pace” della Conferenza episcopale del Myanmar, commenta all’agenzia Fides: “Tutto
il Paese parla di pace, ne parla la gente, ne parlano le minoranze. Speriamo fortemente
che oggi sia una priorità per il Paese, anche se vi sono diversi ostacoli da rimuovere.
Un cessate-il-fuoco nel conflitto con i kachin è un bel segno di speranza per tutti.
Il passo successivo è avviare un processo di riconciliazione nazionale, verso cui
vanno tutti i nostri sforzi. Certo, il conflitto civile dura da decenni e le minoranze
etniche hanno sofferto molto a causa della guerra. Proprio per questo, nella nuova
era di riforme che vive il Paese, oggi c’è una occasione storica, un kairòs: vogliamo
fortemente la pace e speriamo con tutto il cuore che si avvii un tempo di riconciliazione”.
In passato le trattative fra il governo e i gruppi etnici minoritari si erano arenate
per mancanza di fiducia tra le parti. (R.P.)