2011-12-13 19:53:19

BURUNDI: Dedicato alla pace il Messaggio dei vescovi per Natale


La pace del Burundi declinata in tutte le sue forme: politica, sociale, economica, familiare, personale. Questo il tema principale del Messaggio della Conferenza episcopale burundese per il Santo Natale. Suddiviso in 31 punti, il lungo documento ribadisce che “la pace è un bene da ricercare e da preservare ovunque e ad ogni costo, soprattutto da parte dei cristiani, chiamati a testimoniare Gesù Cristo Salvatore in tutti i settori della vita”. Centrale, quindi, l’auspicio che il Burundi possa raggiungere “una pace duratura”, lontana “dall’egocentrismo e dall’uso della forza”. Fortunatamente, scrivono i vescovi, lo sviluppo pacifico del Paese sembra progredire, anche se lentamente: basti pensare alla diminuzione dei conflitti etnici, al ritorno in patria degli emigrati e degli sfollati, al radicamento graduale di una democrazia basata sul multipartitismo, al crescente aumento del rispetto reciproco tra i partiti politici e della libertà di espressione. Di qui, l’invito a “rifiutare energicamente la guerra e le violenze, divenute monete correnti nel Paese”, a “non abituarsi alla guerra”, poiché “essa non ha mai portato una vera pace duratura per la popolazione, bensì alla sua morte”. Allo stesso modo, i vescovi del Burundi condannano apertamente i crimini di sangue e i rapimenti commessi per motivi politici e ribadiscono che “se lo sviluppo pacifico del Paese è compromesso e non progredisce, è perché i politici che dovrebbero occuparsene impiegano la maggior parte del tempo a discutere fra loro”. Ci sono invece questioni centrali che il Burundi deve affrontare, dice la Conferenza episcopale, come la lotta alla povertà, alla corruzione e all’appropriazione indebita dei beni pubblici e la necessità di una buona governance. Tutti problemi fondamentali che i vescovi fanno risalire ad un’unica causa: “la ricerca unicamente dei propri interessi”. Al contrario, puntualizza la Chiesa burundese, “i responsabili del Paese dovrebbero ricompensare i cittadini, che hanno dato loro il potere, attraverso una buona governance e un’attenzione costante al bene comune”. Quali, dunque, i rimedi possibili per garantire lo sviluppo integrale del Paese? I vescovi danno indicazioni chiare: innanzitutto, rispettare i risultati elettorali, ricusare la guerra, instaurare un vero dialogo tra le parti in causa, lasciando spazio anche all’opposizione che, dal suo canto, non deve fare ostruzionismo. E ancora: i presuli chiedono che i tribunali agiscano in modo indipendente, che i processi siano giusti, che coloro che vengono riconosciuti colpevoli scontino la giusta pena. Fondamentale, poi, che “il processo di disarmo della popolazione civile sia portato avanti fino alla fine e che i giovani appartenenti ai partiti politici cessino di essere utilizzati come dei militari”. In questo senso, la Chiesa richiama l’importanza “della promozione della dignità della persona umana e dei suoi diritti” e “della lotta senza pietà contro la corruzione, la malversazione economica”. Nell’ultimo paragrafo del loro Messaggio natalizio, infine, i vescovi burundesi si rivolgono espressamente ai cristiani, specialmente a coloro che operano nel mondo politico, affinché siano “fedeli a Cristo, senza complessi né vergogna della propria fede” e rimangano veramente “garanti della giustizia”, attraverso la quale “si ottiene la pace”. (PIRO)








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