Polonia: l'arcivescovo di Katowice sul 30° anniversario della Legge marziale
“Non dimentichiamoci qual è stato il prezzo pagato per la libertà e ricordiamoci di
coloro che per la libertà hanno pagato il prezzo più alto”. Lo ha scritto mons. Wiktor
Skworc, nuovo arcivescovo di Katowice (Polonia), nella lettera pastorale in occasione
del 30° anniversario dell'imposizione della legge marziale nel Paese, avvenuta il
13 dicembre del 1981 sull'ordine del generale Wojciech Jaruzelski. Come ha ricordato
mons. Skworc, negli anni '80 “la pacifica opera di costruzione di uno Stato democratico
inspirata dal magistero di Giovanni Polo II” che ha suscitato “l’ammirazione da parte
di altri popoli dell'Europa e del mondo” è stata interrotta dalle autorità comuniste
che “imponendo la legge marziale hanno brutalmente contrastato la rinata soggettività
sociale dei polacchi e la loro lotta per la libertà e la sovranità del Paese”. L’arcivescovo
di Katowice, capitale della regione della Bassa Slesia, auspica nella lettera che
“coloro che vivono in una Polonia libera, conquistata e pagata con il sangue e le
sofferenze, costruendo il presente e il futuro non dimentichino il passato”. Invitando
i fedeli alla preghiera per il Paese e particolarmente per tutte le vittime della
legge marziale, mons. Skworc parla della necessità di trasmettere ai giovani la verità
storica dei fatti. Tali parole assumono un significato del tutto particolare nel contesto
di numerose valutazioni che da più parti affiorano in questi giorni sui media. Fra
i commenti sono spesso citate le parole dello stesso generale Jaruzelski, che oggi
ha 88 anni ed è gravemente malato; nonostante Solidarnosc avesse 10 milioni di membri
e altrettanti simpatizzanti in un Paese con meno di 40 milioni di abitanti, Jaruzelski,
pur chiedendo perdono, si dice certo che “l’introduzione della legge marziale andava
incontro alle aspettative della società civile” nonostante non fosse mai stato dimostrato
l’effettivo rischio di aggressione sovietica e dell’invasione del territorio polacca
da parte dell’armata rossa. (R.P.)