Da domani le norme Ue sui bilanci, ma ancora verifiche di fattibilità sull'accordo
Da domani entra in vigore il cosiddetto "six pack", cioè il pacchetto di sei atti
legislativi volti a rafforzare la governance economica nell'Ue, e il commissario
agli Affari economici, Olli Rehn, sottolinea come tale misura rappresenti "un cambiamento
radicale nella sorveglianza sui bilanci di tutti i Paesi europei”. Aggiunge, inoltre,
che “se la mossa della Gran Bretagna voleva evitare che la City e i suoi servizi finanziari
non venissero regolati, questo non succederà”, perchè sarà coinvolto anche il settore
finanziario. Il presidente della Commissione, Barroso, afferma che “c'è ancora molto
da verificare dal punto di vista legislativo" e sono infatti in corso a Bruxelles
verifiche sulla compatibilità dell’accordo con i trattati esistenti e sul ruolo delle
istituzioni comunitarie. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, sottolinea che quello
trovato può non essere un accordo perfetto, ma serve a fare i conti con la realtà
e potrebbe scongiurare il rischio di esplosione dell’euro e dell’Europa. La Gran Bretagna
è l’unico Paese membro Ue ad essersi tirato fuori dall’accordo e tutti gli occhi sono
puntati oggi su Westminster: alle 16.30 ore italiane, il primo ministro, David Cameron,
comparirà ai Comuni e spiegherà le ragioni del suo veto all'accordo Ue. Nel corso
dello scorso fine settimana, sono emerse fratture con i partner liberaldemocratici:
i Lib-Dem stanno cercando sostegno tra le grandi imprese per aumentare la pressione
sui Conservatori. Intanto, il governo britannico, stando a quanto riportano fonti
della Bbc, ha fatto sapere che s'impegnerà a intessere un "rapporto costruttivo" con
l'Unione Europea.
Elezioni locali in Siria: popolazione in “sciopero dignità” Urne
aperte oggi in Siria per il rinnovo dei Consigli municipali, ma i seggi elettorali
secondo attivisti saranno boicottati nell'ambito di un'azione di “disobbedienza civile”
contrassegnata da un primo sciopero generale in diverse località del Paese. Ieri,
sono giunte notizie di repressione del regime e, nel sud e nel nordovest, di scontri
tra forze lealiste e militari disertori, con almeno 54 persone che hanno perso la
vita tra venerdì e domenica scorsi. Il servizio di Fausta Speranza:
Il ministro
per l'Amministrazione locale, Omar Ghalawnji, assicura che è tutto a posto per le
elezioni municipali: 42.899 candidati si sfidano per aggiudicarsi i 17.588 seggi dei
Consigli regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali. “Il ministro ha invitato
i cittadini a esercitare il loro diritto costituzionale”, affermando che “in Siria
la democrazia è una pratica da anni consolidata”. Di tutt’altro avviso gli attivisti
che ribadiscono l’appello alla popolazione a disertare i seggi e parlano di successo
dello sciopero definito della dignità. Sembra che nelle città calde di Daraa, Idlib
e in alcuni quartieri di Damasco lo sciopero abbia avuto una adesione quasi totale:
numerosi video amatoriali mostrano strade vuote e saracinesche abbassate. L'agenzia
ufficiale Sana mostra invece foto dei principali mercati delle città del Paese “aperti
e attivi” e torna a parlare di gruppi terroristici sostenuti dall'estero. Guardando
al piano internazionale, i ministri degli Esteri dei Paesi della Lega araba fanno
sapere che si incontreranno sabato prossimo, 17 dicembre, per discutere la risposta
all'accettazione condizionata da parte della Siria di un piano di pace arabo, mirato
a porre fine alla repressione dei manifestanti che chiedono democrazia. La Lega araba
ha proposto alla Siria un piano di pace che prevede il ritiro delle truppe dalle città
e l'ingresso nel Paese di osservatori stranieri e l'ha minacciata di pesanti sanzioni
economiche se non lo accetterà. La Siria ha risposto ponendo numerose condizioni e
la Lega ha rinviato più volte l'ultimatum per far scattare le sanzioni. Ora la scadenza
è per sabato prossimo.
Un morto in Pakistan nell'attacco a un convoglio
Nato U commando di sospetti miliziani islamici ha assaltato in Pakistan un
convoglio di autobotti della Nato. Nell'attacco è morto uno degli autisti e sette
cisterne sono state date alle fiamme. L'attacco è avvenuto a Dadar, nel Belucistan.
Il convoglio rientrava nel porto di Karaci a causa della chiusura dei valichi di confine
con l'Afghanistan, decisa lo scorso 26 novembre. La decisione fa parte di alcune ritorsioni
praticate dal governo di Islamabad come conseguenza all’attacco della Nato dello scorso
novembre in cui morirono 25 soldati pakistani. Intanto, le Forze armate pakistane
hanno ripreso ieri il controllo della base aerea di Shamsi, nel Baluchistan. La base
era gestita dai militari statunitensi che l'hanno lasciata dopo la richiesta di riconsegna
del governo di Islamabad. La decisione delle autorità pakistane fa parte di alcune
misure di ritorsione assunte dopo il raid aereo Nato del 26 novembre scorso, nella
Mohmand Agency, nel quale morirono 25 soldati.
Afghanistan: due soldati
Nato uccisi da mina nell'est del Paese Due soldati delle forze Nato sono morti
ieri nell'Afghanistan orientale. Il decesso dei due militari è avvenuto per lo scoppio
di un rudimentale ordigno piazzato a terra. Secondo un bilancio non ufficiale, i militari
stranieri morti nel Paese sono 546 dall'inizio dell'anno e sette dal primo dicembre.
Razzi
da Gaza e Libano verso Israele La scorsa notte, sono stati sparati due razzi
verso Israele: un razzo "Katiuscia"è stato lanciato dal sud del Libano verso
la Galilea ed è caduto in territorio libanese, a breve distanza dal confine con Israele.
Un altro razzo, di tipo "Grad", è stato sparato da miliziani palestinesi verso il
Neghev dove è esploso in zona aperta.
Arabia Saudita: donna messa a morte
per stregoneria Una donna condannata a morte per stregoneria è stata decapitata
oggi in Arabia Saudita. La donna, Amina Bent Abdellhalim Nassar, è stata messa a morte
nella provincia di Jawf, nel nord del Paese. Nell'Islam la stregoneria è vietata e
l'Arabia Saudita applica sanzioni molto rigorose. La decapitazione di Amina porta
ad almeno 73 il numero di esecuzioni capitali dall’inizio dell’anno nel regno saudita.
Autobomba
esplode in Kenya nell’anniversario dell'indipendenza Almeno 10 persone sono
rimaste ferite a Wajir, nel nord del Kenya, in seguito all'esplosione di un veicolo
durante le celebrazioni del Giorno dell'indipendenza. Al momento dell'attentato, in
zona c'erano decine di persone che stavano assistendo alla manifestazione in occasione
del "Jamhuri Day". Questa mattina, il presidente del Comitato provinciale di sicurezza
a Nairobi, Njoroge Ndirangu, aveva lanciato l'allarme su possibili attentati da parte
degli Shabaab in occasione della importante ricorrenza. Nelle scorse ore, poco prima
dell'ennesimo attacco, la polizia kenyana aveva arrestato 50 presunti affiliati al
movimento integralista islamico legato ad al Qaeda, sospettati di essere coinvolti
nel duplice attentato messo a segno ieri nelle città di Mandera e Wajir, per un bilancio
totale di un ufficiale ucciso e nove soldati sono rimasti gravemente feriti.
Gli
osservatori denunciano mancanza di credibilità per il voto in Congo Le presidenziali
nella Repubblica Democratica del Congo “mancano di credibilità”. Lo hanno affermato
ieri gli osservatori internazionali del Centro Carter, che hanno monitorato la consultazione
del 28 novembre. Secondo il presidente eletto,, Joseph Kabila, ci sono “errori”, ma
i risultati non possono essere messi in discussione.
Cina, muore in carcere
dopo le proteste per l'esproprio di terre È morto per attacco cardiaco in un
carcere cinese Xue Jinbo, l'uomo che a settembre e novembre scorsi aveva partecipato
alle proteste contro le espropriazioni forzate di terre nel villaggio di Wukan, in
provincia del Guangdong. Era stato arrestato tre giorni fa. A Changsha, nella Cina
centrale, due giovani sono stati arrestati con l'accusa di aver diffuso una falsa
notizia sul web. Secondo i due blogger, il 6 dicembre scorso cinquemila poliziotti
e cento veicoli della polizia avrebbero scortato un corteo nuziale nel quale era presente
qualche “potente”. I funzionari delle forze di sicurezza hanno detto che si è trattato
di una “coincidenza”, perché il convoglio stava rientrando da un’esercitazione.
Estradizione
Noriega: è in carcere a Panama Manuel Noriega, 77 anni, si trova in un carcere
a Panama. L'ex dittatore estradato ieri dalla Francia ha già passato oltre 20 anni
in prigioni americane e francesi per traffico di droga. Rischia altri 60 anni per
violazioni dei diritti umani e per aver ordinato l'uccisione di tre oppositori. Ad
attenderlo all'aeroporto, anche alcuni familiari di persone scomparse tra il 1983
e il 1989, gli anni del suo governo. (Panoramica internazionale a cura di Fausta
Speranza e Giovanni Cossu)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LV no. 346