2011-12-11 12:35:31

Il Papa all’Angelus: la vera gioia non è il divertimento, ma l’incontro con Dio. Appello a difendere la vita, primo tra i diritti


Nei ritmi quotidiani spesso frenetici, ricordiamo che la vera gioia è l’incontro con il Signore: è quanto sottolineato da Benedetto XVI, all’Angelus in Piazza San Pietro, gremita di fedeli. Nella Domenica detta “Gaudéte”, il Papa ha dunque affermato che non dobbiamo lasciarsi distrarre dai messaggi commerciali di questo periodo, ma riscoprire il vero significato del Natale. Al momento dei saluti, ha ribadito che la vita è il primo diritto dell’uomo ed ha benedetto i "Bambinelli" dei Presepi, portati in Piazza San Pietro dai bambini degli oratori di Roma. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Nella Domenica “Gaudéte” che ci invita tutti alla gioia, il Papa si sofferma sulla vigilanza del cuore a cui ogni cristiano è chiamato, ancor più in questi giorni che ci avvicinano al mistero del Natale:

“L’ambiente esterno propone i consueti messaggi di tipo commerciale, anche se in tono minore a causa della crisi economica. Il cristiano è invitato a vivere l’Avvento senza lasciarsi distrarre dalle luci, ma sapendo dare il giusto valore alle cose, per fissare lo sguardo interiore a Cristo”.

Ecco dunque dove sta la vera gioia: nell’incontro con il Signore. Il Papa mette in guardia da una gioia effimera frutto del “divertirsi” inteso come “esulare dagli impegni della vita e dalle sue responsabilità”:

“La vera gioia è legata a qualcosa di più profondo. Certo, nei ritmi quotidiani, spesso frenetici, è importante trovare spazi di tempo per il riposo, per la distensione, ma la gioia vera è legata al rapporto con Dio. Chi ha incontrato Cristo nella propria vita, sperimenta nel cuore una serenità e una gioia che nessuno e nessuna situazione possono togliere”.

E ricorda con le parole di Sant’Agostino che “il cuore dell’uomo è inquieto, non trova serenità e pace finché non riposa in Dio”:

“La vera gioia non è un semplice stato d’animo passeggero, né qualcosa che si raggiunge con i propri sforzi, ma è un dono, nasce dall’incontro con la persona viva di Gesù, dal fargli spazio in noi, dall’accogliere lo Spirito Santo che guida la nostra vita”.

Al momento dei saluti ai pellegrini, in Piazza San Pietro, il Papa ha rivolto un pensiero particolare ai rappresentanti del Movimento per la Vita in occasione del premio “Madre Teresa di Calcutta”, assegnato quest’anno alla memoria di Chiara Lubich:

“Cari amici, nell’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, ricordiamo che il primo fra tutti i diritti è quello alla vita”.

Ha poi invitato gli universitari romani alla celebrazione dei Vespri, il prossimo 15 dicembre nella Basilica di San Pietro. Un saluto speciale è stato rivolto dal Santo Padre ai bambini di Roma, convenuti per la tradizionale benedizione dei “Bambinelli” del Presepe, promossa dal Centro Oratori Romani:

“Cari bambini, quando pregherete davanti al vostro presepe, ricordatevi anche di me, come io mi ricordo di voi. Vi ringrazio! Buon Natale!”

Parlando ai pellegrini croati, il Papa ha infine salutato i partecipanti ad un simposio sulla figura del gesuita croato Boskovic che, ha detto, “impersona e testimonia in modo ottimo il connubio tra la fede e la scienza”.

Dunque, il Papa ha benedetto stamani i “Bambinelli" per i presepi delle famiglie, delle scuole e delle parrocchie. Prima della recita dell’Angelus, i giovani fedeli hanno partecipato con le proprie famiglie ad una Messa celebrata nella Basilica Vaticana dal cardinale Angelo Comastri. Dopo l’Angelus, Marina Tomarro ha raccolto alcune testimonianze in Piazza San Pietro:RealAudioMP3

R. - Sono venuto qui a far benedire il “Bambinello” perché possa portare la felicità e la pace a tutti i poveri.

R. – Sono qui per far benedire il “Bambinello” e per portare la pace nel mondo e portare bene al Papa.

D. - Che cosa chiedi al Bambino Gesù?

R. - Di portare la pace a tutto il mondo.

R. - Oltre la tradizione in sé e per sé, c’è la fede che ci ha accomunato tutti quanti. Quindi, ogni anno noi veniamo sia per tradizione che per la fede da trasmettere ai nostri figli.

R. - Abbiamo portato un gruppo di bambini del primo e secondo anno di catechismo, per la benedizione del “Bambinello”. In primo luogo per una finalità catechistica, fargli capire l’accoglienza del Bambino Gesù; in secondo luogo perché fa parte del programma catechistico della parrocchia, portarli qui al centro della cristianità, per la benedizione del Papa.

D. - Cosa vuol dire la benedizione del “Bambinello”, che significato ha?

R. - Portare nelle nostre case la benedizione del Papa, portare all’interno del presepe che realizziamo questa benedizione, cioè dire “buone cose”… pregare, accogliere l’altro, accogliere tutti quanti quelli che sono all’interno della nostra famiglia.

R. - Per benedire il “Bambinello”, vedere il presepe, l’albero, stare con gli altri.

D. – Che cosa chiedi a Gesù Bambino per il Natale che sta arrivando?

R. - Di benedire la mia famiglia e tutti i bambini del mondo.

R. - Questo è il secondo anno che veniamo ed è sempre molto emozionante. Portiamo i “Bambinelli” non solo della nostra casa, ma anche in quella dei nonni e dei nostri familiari. Quindi, speriamo che questo “Bambinello” portato nelle nostre case porti pace amore, salute e serenità per tutti.

R. - Portare a casa il “Bambinello” benedetto dal Santo Padre sicuramente vuole essere il segno della luce della benedizione di Dio per ogni famiglia ed ogni casa. Radunata la famiglia attorno al presepe può trovare quel conforto e quella gioia di Gesù.

R. - Per portare la benedizione anche in tutte le case e poi perché ci ricorda anche Giovanni Paolo II.

D. - Il Papa vi ha chiesto anche di pregare per lui, ma tu pregherai per il Santo Padre?

R. – Certo, pregherò per me, per la mia famiglia e anche perché il Santo Padre riesca a trascorrere un bel Natale anche lui!







All the contents on this site are copyrighted ©.