Il Papa all’Angelus: la vera gioia non è il divertimento, ma l’incontro con Dio. Appello
a difendere la vita, primo tra i diritti
Nei ritmi quotidiani spesso frenetici, ricordiamo che la vera gioia è l’incontro con
il Signore: è quanto sottolineato da Benedetto XVI, all’Angelus in Piazza San Pietro,
gremita di fedeli. Nella Domenica detta “Gaudéte”, il Papa ha dunque affermato che
non dobbiamo lasciarsi distrarre dai messaggi commerciali di questo periodo, ma riscoprire
il vero significato del Natale. Al momento dei saluti, ha ribadito che la vita è il
primo diritto dell’uomo ed ha benedetto i "Bambinelli" dei Presepi, portati in Piazza
San Pietro dai bambini degli oratori di Roma. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Nella Domenica
“Gaudéte” che ci invita tutti alla gioia, il Papa si sofferma sulla vigilanza del
cuore a cui ogni cristiano è chiamato, ancor più in questi giorni che ci avvicinano
al mistero del Natale:
“L’ambiente esterno propone i consueti messaggi
di tipo commerciale, anche se in tono minore a causa della crisi economica. Il cristiano
è invitato a vivere l’Avvento senza lasciarsi distrarre dalle luci, ma sapendo dare
il giusto valore alle cose, per fissare lo sguardo interiore a Cristo”.
Ecco dunque dove sta la vera gioia: nell’incontro con il Signore. Il
Papa mette in guardia da una gioia effimera frutto del “divertirsi” inteso come “esulare
dagli impegni della vita e dalle sue responsabilità”:
“La vera gioia
è legata a qualcosa di più profondo. Certo, nei ritmi quotidiani, spesso frenetici,
è importante trovare spazi di tempo per il riposo, per la distensione, ma la gioia
vera è legata al rapporto con Dio. Chi ha incontrato Cristo nella propria vita, sperimenta
nel cuore una serenità e una gioia che nessuno e nessuna situazione possono togliere”.
E ricorda con le parole di Sant’Agostino che “il cuore dell’uomo
è inquieto, non trova serenità e pace finché non riposa in Dio”:
“La
vera gioia non è un semplice stato d’animo passeggero, né qualcosa che si raggiunge
con i propri sforzi, ma è un dono, nasce dall’incontro con la persona viva di Gesù,
dal fargli spazio in noi, dall’accogliere lo Spirito Santo che guida la nostra vita”.
Al
momento dei saluti ai pellegrini, in Piazza San Pietro, il Papa ha rivolto un pensiero
particolare ai rappresentanti del Movimento per la Vita in occasione del premio “Madre
Teresa di Calcutta”, assegnato quest’anno alla memoria di Chiara Lubich:
“Cari
amici, nell’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, ricordiamo
che il primo fra tutti i diritti è quello alla vita”.
Ha poi invitato
gli universitari romani alla celebrazione dei Vespri, il prossimo 15 dicembre nella
Basilica di San Pietro. Un saluto speciale è stato rivolto dal Santo Padre ai bambini
di Roma, convenuti per la tradizionale benedizione dei “Bambinelli” del Presepe, promossa
dal Centro Oratori Romani:
“Cari bambini, quando pregherete davanti
al vostro presepe, ricordatevi anche di me, come io mi ricordo di voi. Vi ringrazio!
Buon Natale!”
Parlando ai pellegrini croati, il Papa ha infine salutato
i partecipanti ad un simposio sulla figura del gesuita croato Boskovic che, ha detto,
“impersona e testimonia in modo ottimo il connubio tra la fede e la scienza”.
Dunque,
il Papa ha benedetto stamani i “Bambinelli" per i presepi delle famiglie, delle scuole
e delle parrocchie. Prima della recita dell’Angelus, i giovani fedeli hanno partecipato
con le proprie famiglie ad una Messa celebrata nella Basilica Vaticana dal cardinale
Angelo Comastri. Dopo l’Angelus, Marina Tomarro ha raccolto alcune testimonianze
in Piazza San Pietro:
R. - Sono
venuto qui a far benedire il “Bambinello” perché possa portare la felicità e la pace
a tutti i poveri.
R. – Sono qui per far benedire il “Bambinello” e per
portare la pace nel mondo e portare bene al Papa.
D. - Che cosa chiedi
al Bambino Gesù?
R. - Di portare la pace a tutto il mondo.
R.
- Oltre la tradizione in sé e per sé, c’è la fede che ci ha accomunato tutti quanti.
Quindi, ogni anno noi veniamo sia per tradizione che per la fede da trasmettere ai
nostri figli.
R. - Abbiamo portato un gruppo di bambini del primo e
secondo anno di catechismo, per la benedizione del “Bambinello”. In primo luogo per
una finalità catechistica, fargli capire l’accoglienza del Bambino Gesù; in secondo
luogo perché fa parte del programma catechistico della parrocchia, portarli qui al
centro della cristianità, per la benedizione del Papa.
D. - Cosa vuol
dire la benedizione del “Bambinello”, che significato ha?
R. - Portare
nelle nostre case la benedizione del Papa, portare all’interno del presepe che realizziamo
questa benedizione, cioè dire “buone cose”… pregare, accogliere l’altro, accogliere
tutti quanti quelli che sono all’interno della nostra famiglia.
R. -
Per benedire il “Bambinello”, vedere il presepe, l’albero, stare con gli altri.
D.
– Che cosa chiedi a Gesù Bambino per il Natale che sta arrivando?
R.
- Di benedire la mia famiglia e tutti i bambini del mondo.
R. - Questo
è il secondo anno che veniamo ed è sempre molto emozionante. Portiamo i “Bambinelli”
non solo della nostra casa, ma anche in quella dei nonni e dei nostri familiari. Quindi,
speriamo che questo “Bambinello” portato nelle nostre case porti pace amore, salute
e serenità per tutti.
R. - Portare a casa il “Bambinello” benedetto
dal Santo Padre sicuramente vuole essere il segno della luce della benedizione di
Dio per ogni famiglia ed ogni casa. Radunata la famiglia attorno al presepe può trovare
quel conforto e quella gioia di Gesù.
R. - Per portare la benedizione
anche in tutte le case e poi perché ci ricorda anche Giovanni Paolo II.
D.
- Il Papa vi ha chiesto anche di pregare per lui, ma tu pregherai per il Santo Padre?
R.
– Certo, pregherò per me, per la mia famiglia e anche perché il Santo Padre riesca
a trascorrere un bel Natale anche lui!