2011-12-10 13:57:08

La "Festa della Venuta" a Loreto. Mons. Tonucci: il sì di Maria, ideale di ogni vocazione cristiana


La notte del 9 dicembre, in occasione della "Festa della Venuta", che ricorda la traslazione della Santa Casa della Vergine Maria ad opera, secondo la tradizione, degli angeli, le campagne intorno a Loreto si accendono di fuochi. In particolare un grande falò viene acceso in città, in Piazza della Madonna, attorno al quale poi si svolge una veglia di preghiera. La festa culmina l’indomani mattina con la celebrazione in Basilica del Solenne Pontificale. A presiedere il rito quest’anno è stato il cardinale Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il Clero. Sul significato dei fuochi e del falò Adriana Masotti ha intervistato mons. Giovanni Tonucci, arcivescovo-prelato di Loreto.RealAudioMP3

R. – E’ una tradizione che va indietro nel tempo: è la Madonna che con gli Angeli e la Santa Casa sta volando nel nostro cielo, indichiamole perciò il cammino per arrivare a Loreto. Ecco, questa è un poco l’origine della tradizione del fuoco, che noi manteniamo. Direi che il falò ha un significato particolare, innanzitutto perché attorno c’è gente che prega e si recita il Rosario tutti insieme, ma poi, perché, tra le cose che vengono bruciate, ci sono anche le intenzioni di preghiera che durante l’anno vengono raccolte in Basilica e che, in questa circostanza, vengono bruciate quasi per far salire al cielo queste invocazioni. Durante le celebrazioni la Basilica è stracolma in ogni angolo, ma anche la piazza è piena di gente. Ogni anno, guardando allo spettacolo di questa piazza con la gente in preghiera, in un silenzio impressionante, nonostante il freddo della notte, dobbiamo dire che questo spettacolo è bellissimo e ci sembra sempre più partecipato.

D. – A festeggiare la venuta della Casa, anche gli allievi della scuola dell’Aeronautica militare di Loreto. Questo perché?

R. – Perché la Madonna è patrona dell’aviazione ormai da 91 anni, per decisione di Papa Benedetto XV. Ci sono gli aviatori che studiano qui a Loreto e in questa circostanza vengono anche i cadetti della scuola di Pozzuoli che nella Santa Casa hanno fatto non solo la visita, ma anche la promessa di fedeltà alla Madonna, una dedicazione che fanno all’inizio del loro ingresso in aviazione. E’ un gesto molto sentito e molto bello, anche perché ieri sera, durante la Messa, i cadetti hanno servito nella liturgia e hanno portato a spalla la Madonna, secondo un’ormai antica tradizione, che vuole che la statua della Madonna si muova soltanto quando sono gli aviatori che la portano a spalla.

D. – La Chiesa nell’affermare che la Casa di Loreto è appartenuta alla Vergine Maria si affida alla tradizione. Ma nel tempo c’è stata anche qualche verifica scientifica che attesti questo o almeno la provenienza della Casa?

R. – Sì, le verifiche scientifiche sono state tantissime - continuano ancora – e sono tutte di carattere molto positivo, nel senso che realmente si può dire che le tre pareti della Santa Casa provengono da Nazareth e hanno racchiuso un luogo di culto visto con grande venerazione fin dai primi tempi della Chiesa. Naturalmente, la Chiesa non dichiara nulla riguardo all’autenticità e alla qualità delle reliquie, però la Chiesa afferma l’importanza di questo centro di fede e la grandezza del messaggio che porta, perché è il Santuario dell’Incarnazione, ed essendo costruito attorno ad una casa ha una serie di messaggi molto forti, che riguardano la famiglia, riguardano la vocazione, riguardano l’impegno, la volontà di seguire la Parola del Signore. Diciamo che il sì detto da Maria è l’ideale di ogni vocazione cristiana.

D. – L’atmosfera che si respira nella Casa è molto particolare, non lascia indifferenti. Lei può testimoniare che al di là della certezza assoluta di ciò che è stata, questo è un luogo di grazia che opera delle trasformazioni?

R. – Guardi, credo che chiunque entri nella Santa Casa senta che lì dentro c’è qualcosa di speciale. C’è, in qualche modo, una presenza di Dio, una presenza di Maria, che fanno sentire questa grazia particolare. Lo dico io, perché lo sento - quasi tutte le mattine celebro la Messa nella Santa Casa – ma chiunque venga a Loreto sente questa stessa grazia, questo grande dono: un’atmosfera particolare. Nel silenzio della Santa Casa, perché è in silenzio che si entra nella Santa Casa, si risentono, si possono risentire quelle parole che sono state dette: il colloquio riportato da Luca nel I capitolo del suo Vangelo, quel dialogo tra l’Angelo e Maria; è qualcosa che ha cambiato la storia del mondo intero e certamente ha cambiato la nostra storia personale. E pensando a quello che è accaduto, tutti sentono qualcosa. Il poter dire che tanti hanno trovato serenità, tanti hanno trovato una conversione, tanti hanno trovato anche una guarigione fisica, è qualcosa che tutti sanno. Ma Loreto si basa su fondamenta forti: non conta tanto sull’emotività, quanto sulla forza di un messaggio che è strettamente evangelico. Le pagine del Vangelo di Luca ci illustrano quello che è accaduto nella Santa Casa e rimangono anche oggi il messaggio che la Santa Casa rivolge a ciascuno di noi.(ap)







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