2011-12-10 09:37:17

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


In questa terza Domenica di Avvento la Liturgia ci ripropone la figura di Giovanni Battista che viene interrogato dagli inviati dei giudei sulla sua identità. Si vuole sapere se sia il Cristo o un altro profeta; e se non è così – domandano – perché battezza? Giovanni risponde:

«Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Ancora Giovanni il Battezzatore sulla scena: questa volta è l’evangelista Giovanni a parlarcene, rivelando dettagli molto interessanti sulla sua esperienza e missione. Il luogo della sua attività, la coscienza di essere solo strumento e voce per rivelare una presenza che c’è già “in mezzo”, ma non lo si vede. Nella prima parte un interrogatorio poliziesco. Da Gerusalemme giungono in riva al Giordano sacerdoti e leviti a controllare cosa succede attorno a questo predicatore che tutti vogliono vedere. Il suo modo di fare - rito di immersione nell’acqua del fiume - ha tutta la parvenza di una purificazione rituale, di solito riservata agli ambienti del Tempio. Chi lo ha autorizzato a farlo altrove, fuori dai luoghi deputati? Si crede forse un profeta, Elia, il Messia? Giovanni nega, seccato, non vuole questi titoli per sé. Lui è solo una voce prestata a Dio, un grido che dal deserto giunge fino al centro, ma per spostare tutti altrove, verso altre figure. Nella seconda parte, qui appena accennata nella frase conclusiva, il Battista rivela la propria indegnità davanti al Veniente - non si sente degno neppure si slacciargli il sandalo. E quindi hanno sbagliato a inquisire lui: c’è ben altro in mezzo alla gente, che si rivelerà presto come portatore di novità e di fuoco. È, nello stesso tempo, mite come un agnello e abitato dallo Spirito. Invece di accogliere e gioire per la vera novità, pensano solo a controllare con sospetto. Che meschini!







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