Congo. I vescovi: riscontrate irregolarità nelle elezioni presidenziali
“Irregolarità e debolezze” sono state riscontrate dalla Conferenza episcopale della
Repubblica Democratica del Congo (Cenco) nello svolgimento delle elezioni presidenziali
del 28 novembre scorso. Elezioni travagliate da un crescendo di violenze ed uccisioni
e i cui risultati sono stati resi noti ieri, dopo continui rinvii. Il presidente uscente,
Joseph Kabila è stato riconfermato, ma il suo principale antagonista, Etienne Tshisekedi,
ha rigettato l’esito del voto. Subito dopo, si sono verificati scontri e violenze
a Kinshasa. Dal canto suo, la Chiesa cattolica aveva schierato 30mila osservatori
in tutto il Paese, per poter garantire votazioni libere e corrette. Proprio sulla
base del lavoro svolto dagli osservatori, la Cenco ha riscontrato irregolarità e debolezze:
in particolare, in una nota diffusa l’8 dicembre, i presuli denunciano la scomparsa
di materiale elettorale nei seggi, la rottura dei sigilli sulle urne prima dello spoglio,
alcune cabine di voto non a norma, la mancanza di firme nei verbali di chiusura delle
operazioni elettorali, la discrepanza tra il numero delle schede ed il numero dei
votanti, diversi casi di violenza, molestia o intimidazione degli elettori, così come
anche casi di corruzione o di acquisto dei voti. “Tali irregolarità – scrivono i vescovi
congolesi – sono sfide per il futuro ed interpellano il governo, la Commissione nazionale
elettorale indipendente (Ceni), i partiti politici e gli elettori”. Fortunatamente,
continua la nota episcopale, si sono verificati anche alcuni episodi positivi, come
il libero accesso degli osservatori ai seggi o, in molti casi, la corretta gestione
delle urne. Di qui l’appello dei vescovi a “consolidare la giovane democrazia nel
Paese attenendosi assolutamente alla verità delle urne”. (I.P.)