2011-12-10 08:52:04

Australia: istituito il Consiglio cattolico per la Pastorale dei laici


Sviluppare l’educazione, la formazione, la cura ed il sostegno pastorale per i laici: con questo obiettivo, la Conferenza episcopale australiana ha istituito l’8 dicembre il Consiglio per la pastorale dei laici. Di esso fanno parte sia religiosi che laici, sotto la supervisione del vescovo delegato mons. Peter Comensoli, ausiliare di Sydney: a lui, il nuovo organismo farà da supporto nello sviluppare una rete di persone esperte in scrittura, teologia, psicologia, antropologia ed analisi sociale. Il Consiglio, informa una nota della Chiesa australiana, è stato pensato per rispondere “alla crescente necessità di supportare i laici che vedono la pastorale come una vocazione, sia essa a pagamento o gratuita”. “Si tratta - afferma mons. Brian Heenan, presidente della Commissione episcopale per il ministero ecclesiale (Bccm) – di un meraviglioso segno di come la Chiesa in Australia riconosca il Corpo di Cristo presente nei fedeli laici e di come i vescovi vedano l’importanza di sostenere la loro formazione e di riconoscere il legame tra essa ed una Chiesa forte ed attiva nel Paese”. Dal canto suo, mons. Comensoli ha ribadito che oggi più che mai “i laici, attraverso la loro partecipazione, stanno dimostrando la profondità della loro fede e della loro spiritualità e la loro guida è cruciale nella diffusione del messaggio della Chiesa”. Oltre ai sette membri attuali, nei prossimi mesi la Bccm sceglierà altri tre appartenenti al Consiglio. La prima riunione si terrà il 16 febbraio a Sydney. Bisogna, infine, ricordare che l’iniziativa del Consiglio per la pastorale dei laici era stata presentata il 19 agosto scorso: quattro mesi fa, infatti, la Conferenza episcopale australiana aveva pubblicato sul proprio sito Internet un apposito modulo, attraverso la cui compilazione i laici interessati potevano candidarsi ad entrare nel nuovo organismo. Tra i requisiti richiesti, c’era la disponibilità a tre anni di servizio e la possibilità di partecipare a riunioni trimestrali. Inoltre, si richiedeva una certa esperienza nel campo spirituale, teologico e nella formazione pastorale, così come “una visione ampia della Chiesa”, lo svolgimento di attività parrocchiali, “il rispetto per il ruolo del clero e dei laici e il loro spirito di corresponsabilità”. Guardando anche al mondo delle comunicazioni, la Chiesa australiana richiedeva infine ai candidati la formazione necessaria per sapere scrivere materiale adatto alla pubblicazione e per saper utilizzare le tecnologie audiovisive più avanzate, come le teleconferenze. (I.P.)







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