Omaggio all'Immacolata. Il Papa: Chiesa perseguitata, ma l'unica minaccia che deve
temere è il peccato dei suoi membri. Crisi: prevalga la speranza
Maria è un inno alla vita e sostiene la nostra speranza, in un momento difficile per
l’Italia e il mondo: così il Papa ieri pomeriggio in Piazza di Spagna, a Roma, per
il tradizionale atto di venerazione all’Immacolata. Nel suo discorso, Benedetto XVI
ha sottolineato come in ogni tempo, nel mondo, la Chiesa soffra le persecuzioni, ma
risulti vincitrice grazie alla forza di Dio. Ad accogliere il Santo Padre in Piazza
di Spagna, c’erano tra gli altri il cardinale vicario, Agostino Vallini, ed il sindaco
di Roma, Gianni Alemanno. Il servizio di Isabella Piro:
Piazza
di Spagna, “una delle piazze più belle di Roma” l’ha definita il Papa, è affollata
di fedeli scaldati da un sole che sembra di primavera. A tutti loro Benedetto XVI
parla di Maria Immacolata, la “piena di grazia”, ricolma dell’amore di Dio. Maria,
concepita senza peccato originale, assunta in anima e corpo in cielo, dice il Papa,
rappresenta la vittoria sul peccato e sulla morte:
“Anche tutta la
sua vita terrena è stata una vittoria sulla morte, perché spesa interamente al servizio
di Dio, nell’oblazione piena di sé a Lui e al prossimo. Per questo Maria è in se stessa
un inno alla vita: è la creatura in cui si è già realizzata la parola di Cristo: 'Io
sono venuto perché abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza' (Gv 10,10)".
Una
donna vestita di sole con una corona di dodici stelle sul capo: così la Madonna è
descritta nell’Apocalisse. Ma questa immagine, sottolinea Benedetto XVI, ha anche
un altro significato:
“Oltre a rappresentare la Madonna, questo segno
impersona la Chiesa, la comunità cristiana di tutti i tempi. Essa è incinta, nel senso
che porta nel suo seno Cristo e lo deve partorire al mondo: ecco il travaglio della
Chiesa pellegrina sulla terra, che in mezzo alle consolazioni di Dio e alle persecuzioni
del mondo deve portare Gesù agli uomini”.
La Chiesa che porta Gesù
incontra l’opposizione di “feroci avversari”, afferma il Papa, ma in ogni epoca essa
viene “sostenuta dalla luce e dalla forza di Dio”:
“E così in ogni
tribolazione, attraverso tutte le prove che incontra nel corso dei tempi e nelle diverse
parti del mondo, la Chiesa soffre persecuzione, ma risulta vincitrice. E proprio in
questo modo la Comunità cristiana è la presenza, la garanzia dell’amore di Dio contro
tutte le ideologie dell’odio e dell’egoismo”.
Ma c’è un’insidia,
l’unica di cui la Chiesa “può e deve aver timore”, mette in guardia il Santo Padre:
è il peccato dei suoi membri, i nostri peccati:
“Per questo il Popolo
di Dio, peregrinante nel tempo, si rivolge alla sua Madre celeste e domanda il suo
aiuto; lo domanda perché Ella accompagni il cammino di fede, perché incoraggi l’impegno
di vita cristiana e perché dia sostengo alla speranza. Ne abbiamo bisogno, soprattutto
in questo momento così difficile per l’Italia, per l’Europa, per varie parti del mondo”.
La
preghiera, allora, conclude il Papa, si leva a Maria per chiedere la speranza:
“Maria
ci aiuti a vedere che c’è una luce al di là della coltre di nebbia che sembra avvolgere
la realtà”.
Al termine del suo discorso, Benedetto XVI ha offerto
un cesto di rose bianche all’Immacolata, simbolo della purezza.