I prezzi mondiali dei generi alimentari si stanno stabilizzando ma in molte aree “l’insicurezza
alimentare” rimane “a livelli critici”. Secondo l’ultima edizione del rapporto trimestrale
della Fao “Crop Prospects and Food Situation” (Prospettive dei raccolti e situazione
alimentare, ndr) pubblicato ieri e citato dal Sir, l’indice dei prezzi alimentari
in novembre è praticamente rimasto invariato rispetto ad ottobre. Al nuovo livello
di 215 punti, l’indice registra 23 punti in meno rispetto al picco del febbraio 2011,
ovvero un calo del 10%, ma pur sempre due punti in più, ovvero l’1% rispetto al novembre
2010. Secondo il rapporto, “a contribuire all’allentamento della pressione sui prezzi
dei cereali è stata la revisione delle stime sull’approvvigionamento globale di cereali
per il 2011/2012, conseguenza delle migliori prospettive di produzione in alcuni paesi
asiatici e nella Federazione Russa, decisamente superiori agli stock previsti”. Ulteriori
fattori “il deteriorarsi delle prospettive economiche a livello mondiale” ed il dollaro
forte. Analizzando le zone critiche d’insicurezza alimentare nel mondo, il rapporto
afferma che in Somalia, “nonostante un certo miglioramento dovuto alla considerevole
assistenza umanitaria ed alle piogge, l’insicurezza alimentare rimarrà a livelli critici
nelle zone colpite dalla siccità almeno fino al raccolto dell’inizio del 2012”. “Condizioni
di carestia – si legge ancora nel rapporto - persisteranno nel Middle Shabelle e tra
le popolazioni profughe ad Afgoye ed a Mogadiscio”, mentre “le zone di Bay, Bakool
e Lower Shabelle lo scorso 18 novembre sono state retrocesse da ‘zone di carestia’
a ‘zone d’emergenza’”. Nel Corno d’Africa “l’insicurezza alimentare rimane critica
per circa 18 milioni di persone nelle aree maggiormente colpite dalla siccità. Hanno
bisogno di assistenza di emergenza 4,6 milioni di persone in Etiopia, 4 milioni in
Somalia ed altri 4 in Sudan, 3,75 milioni in Kenya, 1,5 milioni nel Sud del Sudan
e 180.000 a Gibuti”. Secondo la Fao ad aggravare l’insicurezza alimentare sono anche
le piogge irregolari e i disordini civili. In diversi Paesi dell’Africa occidentale,
tra cui Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger, “la produzione agricola è stata
colpita da piogge irregolari e da estese infestazioni” che potrebbero “portare ad
un incremento dei prezzi e ad insicurezza alimentare”. In Siria e Yemen “i protratti
disordini civili hanno interrotto il commercio e la distribuzione di aiuti umanitari,
limitato l’accesso al cibo, specialmente per le famiglie più vulnerabili”. Per l’agenzia
Onu “sono 33 i paesi al mondo che necessitano di assistenza esterna a causa della
perdita di raccolti, conflitti o disordini, disastri naturali ed elevati prezzi alimentari
sul mercato interno”.