Myanmar: il cardinale Martino e Aung San Suu Kyi a Yangon per il centenario della
cattedrale
Le celebrazioni per i 100 anni della cattedrale di Santa Maria a Yangon – da poco
restaurata – sono occasione di “riconciliazione con Dio, riconciliazione con gli altri
e riconciliazione di ciascuno con la propria coscienza personale”. È quanto afferma
all'agenzia AsiaNews l’arcivescovo Charles Bo, alla vigilia della Messa solenne in
programma domani, 8 dicembre, giorno in cui la Chiesa cattolica festeggia l’Immacolata
Concezione di Maria. Il prelato conferma inoltre la presenza alla funzione – “dall’inizio
fino alla fine della messa”, specifica – della leader dell’opposizione Aung San Suu
Kyi, di fede buddista. Fonti governative aggiungono che interverrà anche il ministro
birmano degli Esteri, ma “non si tratterà oltre l’omelia”. La Santa Sede ha inviato
come proprio rappresentante il cardinale Renato Raffaele Martino, che presiederà il
rito e leggerà un messaggio di papa Benedetto XVI. “Aung San Suu Kyi sarà presente
alle celebrazioni per il centenario della cattedrale", racconta mons. Bo, dal 2003
alla guida della diocesi. Il prelato conferma il “rapporto personale” con la leader
dell’opposizione birmana, che “dura da molti anni” ed è frutto di “molti incontri.
È più di una conoscenza formale” continua il 63enne arcivescovo di Yangon, ed è per
questo che “ha voluto unirsi a noi per mostrare solidarietà al popolo e per mostrare
che incoraggia tutte le religioni, tutte le nazionalità e tutti i gruppi etnici”.
Alle celebrazioni in programma domani sono invitati rappresentanti di tutte le regioni,
in una nazione a stragrande maggioranza buddista in cui i cattolici sono circa l’1%
della popolazione e i cristiani arrivano al 4%. Negli ultimi tre anni la cattedrale,
sottolinea mons. Bo, è stata “sottoposta a un profondo restauro”, con “un’accelerazione
dei lavori nell’ultimo anno”: Il motto dell’arcidiocesi di Yangon è “Rinnovare tutte
le cose in Cristo” e proprio per questo, spiega il prelato, nel corso dell’anno “abbiamo
organizzato ritiri spirituali e celebrazioni del sacramento della riconciliazione,
preghiere speciali giornaliere e ora la Novena: in migliaia hanno partecipato ed è
stata davvero incoraggiante la risposta dei fedeli. Tutti questi eventi sono stati
vissuti all’insegna della preghiera e della riflessione” aggiunge l’arcivescovo, che
conferma la presenza domani di “migliaia di fedeli alla messa e alla processione”
per quella che definisce “una bellissima esperienza” per la Chiesa. Mons. Bo sottolinea
il processo di riconciliazione in Myanmar che coinvolge anche i cattolici birmani:
“mentre ci apprestiamo a ricostruire in Cristo – spiega – l’amore perduto, la verità
offuscata, le relazioni personali congelate, dobbiamo impegnarci a ricostruire le
nostre vite, con legami di vero affetto”. Egli chiede di “pregare per il Paese, perché
possiamo vivere in una Nuova Gerusalemme” in cui risplendono – come la rinnovata cattedrale
– la libertà e la dignità dell’uomo. E auspica che il popolo “si prepari” con la preghiera
e la devozione a una nuova epoca, caratterizzata da una “vera libertà”. La cattedrale
di Yangon è il principale luogo di culto del Myanmar e uno dei più importanti di tutta
l’Asia. Il luogo di culto realizzato sullo stile gotico è stato sottoposto a una profonda
opera di restauro durata tre anni: il tempo, i danni causati dal terremoto del 1930,
le bombe della Seconda Guerra mondiale e il passaggio del ciclone Nargis nel 2008
hanno imposto un’opera di sistemazione che si è conclusa nelle scorse settimane. L’intervento
ha comportato la sostituzione di 88 vetrate che, opera di artisti thai, recano impresse,
fra gli altri, le immagini dei 12 apostoli e della vita di Cristo. Infine, dietro
la statua dell'Immacolata è stata posizionata una luce per renderla visibile anche
di notte. (R.P.)