Messico: la Chiesa chiede di risolvere i problemi veri del Paese
L'arcidiocesi di Mexico ha chiesto a tutte le istituzioni politiche del Paese di fermare
"l'effervescenza" politica pre-elettorale e di affrontare in modo responsabile le
emergenze nazionali che sono ben lontane dalla sfrenata sete di potere di alcuni:
la spirale crescente di violenza, la crisi che continua a generare tanti poveri, e
la corruzione, che fa del Messico un luogo di morte per i migranti, siano essi messicani
o centroamericani. Nel suo organo ufficiale di informazione, "Desde la fe", ripreso
dall'agenzia Fides, l'arcidiocesi critica duramente il fatto che la classe dirigente
e politica, i media e l'opinione pubblica in generale, si dedichino quasi interamente
ad argomenti banali dinanzi ai veri problemi nazionali. In particolare si lamenta,
nel testo inviato all’agenzia Fides, “l'indolenza, l'indifferenza e a quanto pare
anche il disprezzo dei politici nei confronti dei migranti. Sono tutti più impegnati
nella tutela dei loro interessi personali che nel calvario che vivono i nostri fratelli
messicani nel vicino paese del nord". La classe politica è riuscita ad evitare completamente
nel dibattito pubblico questa tematica chiave. Questa indolenza ha permesso, come
non era mai successo prima negli Stati Uniti, di emanare una dopo l'altra delle leggi
contro la dignità dei migranti e dei loro diritti umani fondamentali, "senza vedere
una reazione decisa del nostro governo contro l'atteggiamento arrogante, xenofobo
e razzista di quel Paese” è scritto nell’editoriale. “La riforma migratoria approvata
in Messico non deve rimanere lettera morta” continua il testo. “Lo stesso governo
federale deve garantire l’attuazione della legge che protegge i nostri fratelli centroamericani,
e così mettere fine alla corruzione e alla violenza che ogni giorno uccide persone
innocenti, che cercano solo un lavoro e una vita degna di chiamarsi umana” conclude
il testo. (R.P.)