La Chiesa cattolica in Colombia si rende “disponibile a dialogare direttamente con
la guerriglia, per sedersi ad un tavolo di trattative, ascoltare tutte le posizioni
e giungere ad un accordo umanitario che ponga fine a questo conflitto che dura da
oltre 60 anni”: lo ha detto mons. Juan Vicente Cordoba, segretario generale della
Conferenza episcopale colombiana, partecipando a Bogotà alla Marcia in favore dei
sequestrati. La Chiesa sta cercando di promuovere la pace in Colombia, dove è in atto
un conflitto con le Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia), con migliaia
e migliaia di vittime e centinaia di sequestrati. La marcia di ierii, convocata dal
presidente della Repubblica Juan Manuel Santos, dalla Chiesa cattolica e dalle forze
sociali, segue l’uccisione nei giorni scorsi, di quattro militari dell’esercito governativo,
sequestrati da dodici anni. Sono stati uccisi con un colpo alla nuca dai ribelli delle
Farc durante un tentativo di liberazione dei governativi. Mons. Cordoba ha lanciato
un appello all’attuale leader delle Farc Timoleòn Jimenez, perché “rifletta e abbandoni
le armi”, ricordando la disponibilità dei vescovi colombiani a “cercare insieme la
pace”. Presente alla marcia anche Cristiano Morsolin, operatore di reti per la difesa
dell’infanzia, che ricorda la presenza nei conflitti “di bambini soldato sequestrati
dalle guerriglie”. (A.L.)