Violenze in Iraq: bombe contro pellegrini sciiti e negozi cristiani
È di 30 morti il bilancio di una serie di attacchi avvenuto ieri in Iraq. L’attentato
più sanguinoso è avvenuto nell’area di al-Nil, a nord della città di Hilla: un’autobomba
è esplosa mentre transitava una processione, provocando la morte di 16 persone fra
cui donne e bambini. A seguire, un doppio attacco, in due zone diverse della capitale
Baghdad, ha provocato almeno 11 vittime. Le violenze contro la comunità sciita irakena
nel mese sacro di Muharram-ul-Haram, che culminerà oggi nella festa dell’Ashura –
il “lutto” per il martirio dell’imam Husayn nel VII secolo – seguono di pochi giorni
gli attacchi contro negozi e attività di cristiani nel nord. Da anni, la festa dell’Ashura
in Iraq è occasione di violenze interconfessionali fra la maggioranza sciita e la
minoranza musulmana sunnita, al potere ai tempi di Saddam Hussein. La tensione si
è acuita con l’invasione statunitense nel 2003 e la seguente caduta del regime. Da
due anni, il controllo della sicurezza è affidato alle sole forze irakene, in previsione
del ritiro completo delle truppe americane dal Paese, circa 10mila uomini, che partiranno
entro fine anno. Testimoni oculari dell’attentato ad Hilla raccontano che la bomba
ha colpito quanti si trovavano in fondo alla processione: “Si è trattato – riferisce
un testimone – di un’esplosione terribile, si sentivano le urla di donne, e a terra
vedevo i corpi riversi di donne e bambini”. Il 2 dicembre, gli estremisti islamici
hanno preso di mira negozi e attività dei cristiani nella regione del Kurdistan irakeno:
a Zakho, 470 km da Baghdad, nei pressi del confine con la Turchia, un gruppo fondamentalista
aizzato dal sermone dell’imam locale ha devastato decine di negozi di liquori, un
albergo e centri massaggi, causando il ferimento di almeno 30 persone. Gli attacchi
sono continuati anche nei giorni successivi a Dohok, dove sono stati bruciati tre
negozi e un circolo appartenente ai cristiani caldei. Gli attacchi - riferiscono fonti
locali all'agenzia AsiaNews - sono il frutto “di una campagna” che prende di mira
“tutto ciò che è contrario alla shariah” promosso da islamisti che intendono radicalizzare
tutto il Paese. Purtroppo, aggiunge la fonte, manca “un movimento moderato” capace
di contenere la deriva fondamentalista. “Gli attacchi contro i cristiani nel nord
– avverte la personalità cristiana – sono ben preparati e hanno uno scopo ben preciso:
intimare ai curdi di non sostenere la resistenza siriana”. Anche questa volta la comunità
cristiana, un “facile obiettivo”, è vittima di interessi superiori e “giochi per la
conquista del potere”. (A.L.)