2011-12-06 07:59:17

Russia: vince il partito di Putin. Ieri 400 arresti nelle manifestazioni degli oppositori a Mosca e San Pietroburgo






La vittoria di “Russia Unita” alle legislative permetterà al governo di “garantire la stabilità” nazionale. Così il premier russo Puitin, commentando il risultato elettorale, che ha visto il suo partito attestarsi al 49%. Una vittoria a metà, la sua, vista l’emorragia di consensi, circa il 14% in meno rispetto al 2007. Preoccupazione per lo svolgimento del voto è stato espresso dagli Stati Uniti e dagli osservatori dell’Osce, che denunciano brogli, mentre ieri sera si sono svolte le annunciate manifestazioni indette via internet dalle opposizioni: 300 gli arresti a Mosca, un centinaio a San Pietroburgo. Sui risultati di questa tornata elettorale, Salvatore Sabatino ha intervistato Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana: RealAudioMP3

R. - Credo che sia un risultato dovuto al fatto che il governo di Putin ha proposto ai russi, in tutti questi anni, un "baratto" piuttosto semplice: meno diritti, più benessere e più stabilità. Un aumento del tenore di vita si è verificato per una serie di anni: in questi recenti anni di crisi, questa promessa, il regime non ha più potuto mantenerla perché l’economia russa è tuttora troppo legata all’esportazione di gas e petrolio. Quindi, non avendo mantenuto Putin la propria promessa, l’elettorato non ha votato più il partito presidenziale...



D. – In un primo momento si era parlato addirittura della perdita della maggioranza - risultato questo smentito poi dallo spoglio - proprio mentre si moltiplicavano invece denunce di brogli. È possibile che le irregolarità abbiano addirittura sovvertito il voto?



R. – Questo è molto difficile da dire. Io sono, però, piuttosto scettico: credo che questo voto sia un segnale molto forte, ma che dal punto di vista pratico avrà pochi risultati. Sono quasi pronto a scommettere che fra poco tempo scopriremo che alla Duma ci sono state "transumanze" di deputati verso il parlamento di maggioranza relativa, cioè il partito di Putin, o che ci sono stati accordi tra gruppi parlamentari che alla vigilia non si potevano nemmeno immaginare. Questa è una pratica comune della politica russa. Non credo che nella sostanza, nel nodo fondamentale di chi controlla le leve del potere, cambierà radicalmente qualcosa.



D. – Parliamo delle presidenziali che si svolgeranno in marzo. È prevista una staffetta tra Putin, che tornerà ad essere presidente, e Medvedev che andrà a ricoprire invece la carica di premier. Ci sono possibilità che dalle urne esca un altro vincitore?



R. – No, praticamente dal punto di vista della scelta individuale, cioè del candidato singolo, Putin non ha rivali. Ora si sta parlando di brogli o di interferenze, ma certamente da qui a marzo saranno prese tutte le misure necessarie, perché non vi sia il minimo dubbio non solo sul fatto che Putin venga rieletto presidente, ma che la sua elezione goda di un sostegno popolare piuttosto ampio. Su questo non ci sono dubbi.












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