La vittoria di “Russia Unita” alle legislative permetterà al governo di “garantire
la stabilità” nazionale. Così il premier russo Puitin, commentando il risultato elettorale,
che ha visto il suo partito attestarsi al 49%. Una vittoria a metà, la sua, vista
l’emorragia di consensi, circa il 14% in meno rispetto al 2007. Preoccupazione per
lo svolgimento del voto è stato espresso dagli Stati Uniti e dagli osservatori dell’Osce,
che denunciano brogli, mentre ieri sera si sono svolte le annunciate manifestazioni
indette via internet dalle opposizioni: 300 gli arresti a Mosca, un centinaio a San
Pietroburgo. Sui risultati di questa tornata elettorale, Salvatore Sabatino ha intervistato
Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana:
R. - Credo che sia un risultato dovuto al
fatto che il governo di Putin ha proposto ai russi, in tutti questi anni, un "baratto"
piuttosto semplice: meno diritti, più benessere e più stabilità. Un aumento del tenore
di vita si è verificato per una serie di anni: in questi recenti anni di crisi, questa
promessa, il regime non ha più potuto mantenerla perché l’economia russa è tuttora
troppo legata all’esportazione di gas e petrolio. Quindi, non avendo mantenuto Putin
la propria promessa, l’elettorato non ha votato più il partito presidenziale...
D. – In un primo momento si era parlato addirittura della perdita della maggioranza
- risultato questo smentito poi dallo spoglio - proprio mentre si moltiplicavano invece
denunce di brogli. È possibile che le irregolarità abbiano addirittura sovvertito
il voto?
R. – Questo è molto difficile da dire. Io sono, però, piuttosto
scettico: credo che questo voto sia un segnale molto forte, ma che dal punto di vista
pratico avrà pochi risultati. Sono quasi pronto a scommettere che fra poco tempo scopriremo
che alla Duma ci sono state "transumanze" di deputati verso il parlamento di maggioranza
relativa, cioè il partito di Putin, o che ci sono stati accordi tra gruppi parlamentari
che alla vigilia non si potevano nemmeno immaginare. Questa è una pratica comune della
politica russa. Non credo che nella sostanza, nel nodo fondamentale di chi controlla
le leve del potere, cambierà radicalmente qualcosa.
D. – Parliamo delle presidenziali
che si svolgeranno in marzo. È prevista una staffetta tra Putin, che tornerà ad essere
presidente, e Medvedev che andrà a ricoprire invece la carica di premier. Ci sono
possibilità che dalle urne esca un altro vincitore?
R. – No, praticamente
dal punto di vista della scelta individuale, cioè del candidato singolo, Putin non
ha rivali. Ora si sta parlando di brogli o di interferenze, ma certamente da qui a
marzo saranno prese tutte le misure necessarie, perché non vi sia il minimo dubbio
non solo sul fatto che Putin venga rieletto presidente, ma che la sua elezione goda
di un sostegno popolare piuttosto ampio. Su questo non ci sono dubbi. |