Sri Lanka. Il card. Ranjith: "Ritirare al più presto le accuse contro le suore di
Madre Teresa"
Il cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, chiede ai media nazionali di
ritirare “al più presto” le “accuse infondate” contro le Missionarie della Carità
e il Prem Nivasa di Morutwa, aggiungendo che non parteciperà ad alcun evento istituzionale
previsto per Natale finché non verrà detta la verità sul caso. Dopo una lunga attesa
- riferisce l'agenzia AsiaNews - l’arcivescovo di Colombo ha convocato una conferenza
stampa per registrare la sua protesta contro le accuse ingiuste a suor Mary Eliza,
la suora di Madre Teresa che dirige l’ostello (Prem Nivasa) per ragazze madri, accusata
di "vendere bambini". Inoltre, il cardinale ha chiesto ai cattolici del Paese di pregare
per “tutti quelli che hanno sbagliato” e per “la buona missione delle suore di Madre
Teresa in Sri Lanka”. “Le Missionarie del Prem Nivasa – ha dichiarato il cardinale
Ranjith – non hanno mai venduto un bambino, né dato in adozione a coppie straniere
o srilankesi senza seguire le procedure previste dalla legge e dal Probation Office”.
Il Probation Office è un organismo che risponde al ministero degli Affari sociali
dello Sri Lanka, e lavora a stretto contatto con le suore dell’ostello. “I funzionari
di questo ufficio – ha spiegato l’arcivescovo – visitano il Prem Nivasa con regolarità
per aiutare le religiose nel loro servizio con orfani e ragazze in difficoltà. Lo
stesso direttore del Probation Office ha rilasciato un’intervista, nella quale ha
confermato che il lavoro delle Missionarie del Prem Nivasa è in regola”. Il cardinale
Ranjith ha poi criticato diversi articoli apparsi sui media locali, colpevoli di aver
macchiato l’immagine della missione delle suore di Madre Teresa: “Alcuni giornali
parlavano di bambini venduti per 700mila rupie (circa 4.500 euro), altri di 35mila
rupie (circa 230 euro): sono solo bugie. Il quotidiano singalese Lankadeepa ha titolato
un articolo ‘È discutibile vedere che all’estero adottano solo bambini disabili’.
Un titolo simile dà un’impressione sbagliata, perché sottintende che i bambini disabili
vanno all’estero per altri scopi, come il traffico illegale di organi. C’è sempre
spazio per i fraintendimenti, e in questo caso si tratta di accuse molto gravi e pericolose”.
Poi, l’arcivescovo ha spiegato il lungo silenzio sul caso di suor Eliza e del Prem
Nivasa: “All’inizio, avevo deciso di non infilarmi tra tutte le dichiarazioni emerse
in merito alla questione. Ma le critiche ricevute da alcuni media stranieri mi hanno
spronato a parlare e chiarire la posizione della Chiesa dello Sri Lanka”. (R.P.)