Il presidente afghano, Hamid Karzai, ha chiesto oggi alla comunità internazionale
di ''aiutare l'Afghanistan per almeno altri dieci anni dopo la fine della transizione
nel 2014''. Karzai è intervenuto all'inizio dei lavori della Conferenza di Bonn, dedicata
proprio alla situazione in Afghanistan. Si tratta della seconda conferenza dopo la
caduta dei talebani. Ha subito incassato la promessa degli Stati Uniti. Il servizio
di Fausta Speranza:
Karzai chiede
aiuto internazionale e ribadisce: il progetto di pace e riconciliazione con i talebani
resta immutato, nonostante l'uccisione del presidente dell'Alto Consiglio per la Pace,
Rabbani. Ma Karzai sottolinea anche che ''restano immutate le condizioni per il dialogo:
rinuncia al terrorismo, abbandono delle armi e rispetto della Costituzione''. D’altra
parte, se si parla di Afghanistan si parla di carenza di sicurezza e di imprevista
forte resistenza dei talebani, oltre che di mancanza di adeguate risorse finanziarie.
A parlare di tutto questo, un centinaio di delegazioni nazionali con 60 ministri degli
Esteri e 17 organizzazioni internazionali. Con in prima fila la cancelliera tedesca
Merkel, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, il Segretario di Stato Usa Hillary
Clinton. E la Clinton conferma l’intenzione di sostenere l’Afghanistan nel lungo periodo
annunciando, concretamente, lo scongelamento di almeno 600 milioni di dollari l'anno
di aiuti. Ma ribadisce anche che il Paese deve impegnarsi a portare avanti le riforme,
ad assumersi la responsabilita' per la propria sicurezza e a costruire una democrazia
basata sul primato del diritto. Da parte sua, l'Iran, presente con il suo ministro
degli Esteri, sottolinea che si opporrà alla presenza di truppe straniere in Afghanistan
dopo il 2014. Infine, resta da dire che in questa conferenza internazionale a Bonn
non è rappresentato il Pakistan per una presa di posizione precisa di Islamabad: boicottare
la riunione dopo l'attacco Nato del 26 novembre, con 24 morti. E poi mancano anche
i talebani, seguaci del Mullah Omar in armi insieme agli altri movimenti di opposizione
Hezb-i-Islami di Gulbuddin Hekmatyar e la Rete Haqqani. Loro dovrebbero essere i
protagonisti dell’auspicato dialogo.