2011-12-03 14:35:56

Russia al voto per le legislative, favorito il partito di Putin e Medvedev


In Russia si vota per le legislative e a marzo per scegliere il nuovo presidente. Uno scambio di ruoli, quello che avverrà tra il presidente Dmitri Medvedev e il premier Vladimir Putin, entrambi appartenenti a “Russia Unita”, il partito che gli osservatori danno certamente per vincitore anche se in netto calo di consensi. L'organizzazione indipendente di monitoraggio elettorale "Golos" ha denunciato nuove pressioni da parte delle autorità russe, in merito alle quali è stata espressa preoccupazione da parte dell’amministrazione statunitense. Ma qual è il clima che si respira nel Paese? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Fabrizio Dragosei, corrispondente da Mosca per il "Corriere della Sera":RealAudioMP3

R. – Ci sono, in realtà, vari climi: nelle grandi città, soprattutto a Mosca, il consenso per il partito del potere “Russia unita” è calato sensibilmente, ben al di là di quel 10 per cento che abbiamo visto. La gente è rimasta sicuramente molto male per questa staffetta, per questo cambio di ruoli deciso "a tavolino" da Putin e Medvedev. Nelle altre parti del Paese, in realtà il problema principale sarà quello della scarsa affluenza domani, cioè il partito “Russia unita” sta mobilitando tutte le risorse possibili ed immaginabili per spingere tutti gli elettori a recarsi alle urne e naturalmente a votare per loro.

D. – Putin sicuramente ha la vittoria in tasca, però vede crescere intorno a sé il dissenso: ricordiamo che è stato fischiato, che ci sono polemiche anche all’interno del suo partito. Quali le carte che giocherà per risalire la china?

R. – Sicuramente, lui è rimasto molto sorpreso da questo calo di popolarità. Come risalire la china? Beh, si è dato da fare, sta cercando di cavalcare soprattutto lo spirito nazionalista e anti-occidentale, che aleggia nelle grandi campagne russe, e che aleggia su una parte della popolazione; dall’altro lato – come dicevamo prima – lui e tutti i suoi stanno usando qualsiasi risorsa possibile per convincere la gente a votare per il suo partito.

D. – Ricordiamo che Putin ha anche lanciato un’offensiva contro “le potenze straniere che tentano - ha detto in campagna elettorale - di interferire nelle elezioni finanziando Ong e oppositori”. Non è la prima volta, che questo avviene…

R. – Non è la prima volta, e questo da un lato si può spiegare con il desiderio di solleticare, di andare a convincere, andare a far piacere ad alcune fasce della popolazione che continuano a vedere l’Occidente come il nemico storico della Russia. Dall’altro, credo che ci sia veramente una paura, una sorta di “sindrome di Kiev” – adesso qui la chiamano la “sindrome di Minsk”; Mosca pensa che anche in Russia le organizzazioni non governative che si occupano di monitorare le elezioni, di intervenire per difendere i diritti umani, siano finanziate da potenze occidentali per sovvertire l’ordine costituito nel Paese.

D. – La Russia resta un Paese dalle grandi disparità sociali, con numerosi problemi anche e soprattutto sul fronte dei diritti umani, come abbiamo detto. Anche rispetto a queste elezioni, è possibile immaginare un miglioramento della situazione o si andrà sempre più giù?

R. – Francamente, io non vedo un miglioramento, almeno a breve scadenza. C’erano state molte speranze con l’arrivo alla presidenza di Dmitri Medvedev che però, in questi anni, ha parlato molto ma non ha fatto granché per migliorare la situazione nel Paese. Con il ritorno di Putin alla presidenza, Medvedev dovrebbe andare a fare il primo ministro, ma ovviamente decisamente – e anche ufficialmente – subordinato a Putin. Dunque, non si nutrono grandi speranze di cambiamento a breve termine. (gf)







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