E’ nato a Roma un interessante progetto per un gruppo di rifugiati africani. Si chiama
Refugee Scart e punta alla raccolta e al riciclo della plastica per ricavarne oggetti
da regalo. Un programma nato dall'idea di una docente di storia dell'arte a Berkley,
ora in Italia in pensione, che produce profitto, crea posti di lavoro e dà una mano
all’ambiente. Per oggi e domani una vendita di Natale con gli oggetti realizzati è
stata organizzata a Roma, in via Paolo Mercuri 8, nei pressi di Piazza Cavour. Per
informazioni sul progetto c’è il sito www.spiralfoundation.org. Il servizio di Luca
Attanasio:
Dopo il
programma per bambini che ancora nascono con malformazioni cardiache in Vietnam per
la diossina usata dagli americani durante la guerra, la fondatrice di Spiral Foundation,
Marichia Simcik Arese, lancia “Refugee’ scart, un nuovo progetto
nel cuore di Roma:
Vedevo che venivamo buttate via delle cose meravigliose
e allora ho iniziato a raccoglierle e ho pensato che si poteva riciclarle. Ho immaginato
che fosse possibile aiutare delle persone bisognose non attraverso la carità, ma attraverso
la generazione di reddito.
Dall’ agosto del 2011, dieci rifugiati -
tutti provenienti dall’Africa, raccolgono plastica e dopo un procedimento complesso
la trasformano in oggetti da regalo o di bigiotteria. Ancora Marichia Simcik Arese
“I
rifugiati sono riusciti a creare un materiale usando plastica gettata. Siamo riusciti,
in tre mesi, a riciclare più di 600 chili di plastica”.
Alcuni atelier
hanno accettato di vendere gli oggetti e di rendere l’intero ricavato a Refugee Scart
e, seppur a livello iniziale, si comincia a generare un reddito, come spiega Gora,
uno giovane guineano:
“E’ un progetto che non ci dà molti soldi, ma
che ci permette di lavorare e di occuparci di qualcosa”.
Magari gli
amministratori di Italia, alla prese con il dramma dell’immondizia, potranno trovare
qualche spunto… (mg)