Malta: lettera dei vescovi ai fedeli per l'Avvento
È improntata al “coraggio del cambiamento” e all’importanza del rinnovamento la lettera
che la Chiesa di Malta ha indirizzato ai fedeli in occasione dell’Avvento. Nel lungo
documento, siglato da mons. Paul Cremona, arcivescovo di Malta, e da mons. Mario Grech,
vescovo di Gozo, si sottolinea come la società contemporanea sia ormai troppo abituata
alla routine, finendo per far perdere efficacia a settori cruciali come la politica,
la pubblica amministrazione o l’istruzione. Un rischio che, scrivono i vescovi maltesi,
corre anche la vita cristiana: “La Voce di Dio è solo una fra le tante e per alcuni
la preghiera è talmente radicata nella routine da diventare un peso, piuttosto che
un piacere”. La consuetudine colpisce anche la celebrazione della Messa e spesso “non
si riesce ad apprezzare la bellezza e la forza dell’Eucaristia” e neppure l’importanza
dei sacramenti, visti come “una convenzione sociale” e non come “un incontro con Cristo
che può trasformare la vita”. Tutto questo, sottolineano i presuli, va naturalmente
“a scapito del Vangelo”, poiché anche la Chiesa rischia di diventare “niente di più
di un museo storico”. L’invito ai fedeli, allora, è quello di guardare all’Avvento
come ad “un tempo che invita a nascere e a rinascere”, affinché il Natale imminente
sia “una forte esperienza della luce di Cristo che ci esorta a fare uno sforzo per
uscire dal grembo oscuro di una mentalità chiusa”. In questo senso, scrivono i presuli
maltesi, “lo Spirito che discese su Maria di Nazaret e per la cui opera Ella diede
alla luce un bambino è lo Spirito stesso di Dio” e “se apriamo il nostro cuore a Lui,
infonderà nei nostri cuori la Parola di Dio che funge da mappa per il nostro cammino
di vita”. Ma bisogna fare attenzione, si legge ancora nella lettera, perché “per ricevere
la Parola di Dio nel nostro cuore dobbiamo essere aperti allo Spirito di Verità. Ed
è per questo che abbiamo bisogno di essere rinnovati con lo Spirito Santo”. Tale esigenza
di rinnovarsi, afferma la Chiesa maltese, “non può essere ignorata” e va messa in
atto “nei rapporti tra la comunità ecclesiale ed il mondo intorno ad essa, costituito
da cittadini di differenti credenze spirituali ed ideologiche”, perché “con grande
amore, ma nella fedeltà a Cristo, non dobbiamo evitare di condividere il nostro patrimonio
teologico, spirituale ed etico, con la speranza che esso possa stimolare un rinnovamento”.
In particolare, continuano i vescovi, devono essere rinnovate “le persone e le comunità
consapevoli del loro dovere di praticare e trasmettere lo Spirito di Cristo”. Infine,
ricordando che il Concilio Vaticano II “ha dispiegato nuovi e grandi orizzonti”, la
Chiesa di Malta guarda alla “preziosa opportunità di rinnovamento” offerta dall’Anno
della Fede, indetto per il 2012 da Benedetto XVI proprio per celebrare il 50° anniversario
dell’apertura del Concilio. (I.P.)