Italia. Dopo l'incontro ieri con i partiti, oggi Monti presenta le misure anti-crisi
alle parti sociali
Il presidente del Consiglio italiano Monti, che ieri ha incontrato i partiti, stamane
ha illustrato le misure alle parti sociali. Il premier conferma il pareggio di bilancio
nel 2013, ribadisce le linee guida dell'azione del suo governo sottolineando: rigore,
equità e sviluppo. Annuncia provvedimenti strutturali su previdenza, infrastrutture,
evasione fiscale, sottolineando che il suo governo cerca di "alleviare il cuneo fiscale
su lavoro e impresa". Della situazione del momento e dei possibili provvedimenti,
Alessandro Guarasci ha parlato con il vicepresidente dell’Ucid (Unione Cristiana
Imprenditori Dirigenti), Manlio D’Agostino:
R. - Andare
a colpire chi ha maggiori disponibilità e maggiori entrate è ovviamente un segno di
equità. Mi lascia riflettere solo il fatto di aumentare banalmente due aliquote senza
pensare invece agli scaglioni. Oggi, andare a toccare i redditi al di sopra dei 50
mila euro, credo non sia toccare i ricchi. Bisogna capire se quei 50 mila euro di
quella fascia riguardano una persona singola o riguardano un nucleo familiare. Io
avrei ragionato anche in termini di introduzione del quoziente familiare, in questa
fase.
D. – Lei è un imprenditore. Le misure per lo sviluppo si possono
limitare agli sgravi Irap e al bonus ricerca, o serve qualcosa di più?
R.
– Nel momento in cui un’azienda intende investire e quindi si indebita, dovrebbe avere
maggiori sgravi. Oggi non serve semplicemente lo sgravio fiscale perché oggi c’è oggettiva
difficoltà nell’accesso al credito. Quindi probabilmente si sarebbe dovuto fare anche
qualcosa di più per spingere più sulla capacità non solo di mantenimento dell’occupazione
ma di nuovi investimenti. Certo è che ridurre l’Irap - poi vediamo in che misura e
con quale reale efficacia - è già sicuramente un buon segnale.
D. –
Lei concorda con chi dice che le vere riforme sono le liberalizzazioni?
R.
– Le liberalizzazioni che abbiamo avuto nel passato hanno portato ad esperienze diverse
e contrastanti. Allora, se liberalizzare significa abbassare i costi ed aumentare
il livello di efficienza, può essere molto interessante, ma va preso un provvedimento
e quindi va scritto in una determinata maniera. Se liberalizzare significa semplicemente
lasciare a tutti la possibilità di fare qualunque cosa, creando sostanzialmente una
giungla, per poter svolgere qualsiasi attività, inizio realmente a preoccuparmi. Stessa
cosa vale, per esempio, per il commercio: se si liberalizza, ma realmente si vanno
a creare i piani del commercio dei comuni, allora la cosa potrebbe anche avere un
senso. (bi)