2011-12-03 15:41:00

Egitto, sale l’attesa per i risultati delle elezioni: partiti islamisti verso il trionfo


A cinque giorni dal primo turno delle elezioni in Egitto ancora non si conoscono i risultati del voto. Unico dato certo il tasso di affluenza alle urne al 62%. E mentre si attende una grande affermazione dei Fratelli musulmani, i manifestanti in piazza Tahrir continuano a scandire slogan contro il Consiglio militare. Il servizio di Giovanni Cossu:RealAudioMP3

Con 24 ore di ritardo il presidente della commissione elettorale ha annunciato che in Egitto ha votato il 62% della popolazione. È un risultato storico per un Paese dove ultimamente l'astensionismo era molto alto. In attesa dei dati ufficiali, si continua a fare affidamento alle previsioni dei mezzi d'informazione, che annunciano una grande vittoria dei partiti legati islamisti. Nelle prime consultazioni democratiche in 60 anni, il partito Giustizia e Libertà dei Fratelli Musulmani dovrebbe essere il più votato con oltre il 40% dei voti. La vera sorpresa, i salafiti di al Nur, “la luce”, vengono dati al 25%. Segue con il 18% il Blocco egiziano, partito laico e moderato. I risultati finali saranno annunciati a gennaio, quando si concluderanno le altre due tornate elettorali per la Camera bassa. Nel frattempo, alcuni esponenti dei Fratelli Musulmani lanciano messaggi incoraggianti a favore di un governo di coalizione aperto ad altre forze, non solo islamiste. Il portavoce dei salafiti, invece, ha cercato di rassicurare i cristiani d'Egitto, sostenendo che i loro diritti sono "tutelati" dalla sharia. Intanto non si ferma la protesta a piazza Tahrir, anche se il numero dei manifestanti è calato rispetto alla scorsa settimana. Mentre i dimostranti continuano a contestare il potere militare, il premier incaricato di formare il nuovo governo di transizione, Kamal el Ganzuri, continua a riempire i tasselli del sua squadra, che dovrebbe nascere ufficialmente nei prossimi giorni.

Yemen, violenze e processo di pacificazione
Nello Yemen nuove violenze mettono a rischio la tenuta dell’accordo per la formazione di un governo di unità nazionale. Secondo testimonianze sul web, a Taez, tra gli epicentri della rivolta, nelle ultime ore sarebbero state uccise cinque persone, di cui tre civili. Il bilancio dell’ultima settimana di scontri sarebbe di oltre una trentina di morti intorno alla città. I partiti di opposizione hanno dichiarato che se queste uccisioni non termineranno, sono pronti a ritornare sull’accordo politico siglato con la mediazione del Consiglio per la cooperazione del Golfo e gli Stati Uniti.

Iran, giunti a Teheran diplomatici espulsi in Gran Bretagna
Sono rientrati a Teheran questa mattina i diplomatici iraniani espulsi dalla Gran Bretagna in seguito all'attacco all'ambasciata britannica nella capitale iraniana. Il gruppo è stato accolto all’aeroporto, da oltre 100 studenti che scandivano slogan contro la Gran Bretagna, invocando la piena rottura delle relazioni con Londra.

Stati Uniti, segretario alla Difesa esorta Israele a rompere il suo isolamento
Israele deve adottare misure diplomatiche per uscire dal suo crescente “isolamento” in Medio Oriente, a causa del quale il processo di pace ''è stato in effetti sospeso''. Così il segretario alla Difesa Usa, Leon Panetta, il quale ha poi assicurato che gli israeliani possono contare sull'impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele e per impedire che l'Iran riesca a dotarsi di armi nucleari.

Congo elezioni
Nella Repubblica Democratica del Congo cresce la tensione in vista dei risultati delle presidenziali del 28 novembre scorso, attesi per martedì prossimo. Nei giorni scorsi almeno 15 persone hanno perso la vita in scontri con le forze di sicurezza. Secondo i primi dati, relativi al 15% delle schede, il presidente uscente Kabila e lo storico leader dell’opposizione Tshisekedi hanno staccato di netto tutti gli altri nove candidati, raccogliendo rispettivamente il 51,6 e 33,9 per cento dei consensi.

L’Ue comunica accordo tra Serbia e Kosovo sulla gestione dei confini
L'Unione europea ha comunicato che Belgrado e Pristina hanno raggiunto un accordo per una gestione "integrata" dei confini nel nord del Kosovo. L'accordo, mediato dalla Ue, arriva dopo settimane di tensioni e blocco dei valichi di frontiera da parte dei serbi. Tuttavia la situazione non è ancora chiara. Il capo negoziatore serbo nega che sia stato raggiunto un accordo mentre la delegazione di Pristina conferma l'intesa.

Economia Usa-Ue
Il segretario Usa al Tesoro, Timothy Geithner, sarà in Europa la prossima settimana. In agenda gli incontri, dal 6 dicembre, con il presidente francese Sarkozy, il premier italiano Monti e il primo ministro spagnolo, Rajoy. Tra gli appuntamenti anche la BCE e la Germania. E intanto negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione ha segnato un modesto freno dello 0,4% nel mese di novembre rispetto a ottobre per stabilirsi all’8,6%.

Grecia – Troika
I rappresentanti dei creditori internazionali della Grecia, FMI, UE e BCE, saranno ad Atene il 12 dicembre. Il gruppo valuterà aspetti relativi alle riforme strutturali che riguardano il mercato del lavoro e la completa liberalizzazione delle professioni chiuse, i servizi pubblici, lo sviluppo economico e la competitività del Paese.

Myanmar, nuova legge autorizza manifestazioni
Il Myanmar segna un nuovo passo verso il processo di apertura alla democrazia. Il presidente, Thein Sein, ha firmato una nuova legge che, per la prima volta, permette lo svolgimento di manifestazioni pacifiche. Fino ad oggi ogni tipo di manifestazione era vietato, ora bisogna chiedere l'autorizzazione con cinque giorni di anticipo. L'annuncio giunge all'indomani della storica visita di Hillary Clinton, la prima di un segretario di stato americano dal 1955, la quale ha annunciato lo stanziamento di 1,2 milioni di dollari a sostegno delle riforme, sottolineando l’esigenza di proseguire su questa strada. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Giovanni Cossu)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 337







All the contents on this site are copyrighted ©.