Il Papa agli studenti internazionali: siate protagonisti di un mondo dal volto più
umano
Benedetto XVI ha incontrato stamani i partecipanti al III Congresso mondiale di Pastorale
per gli studenti internazionali, promosso a Roma dal dicastero vaticano per i migranti.
Il Papa si è soffermato sul valore dell’incontro delle culture, auspicando che le
giovani generazioni abbiano il sostegno necessario per affrontare "le sfide del mondo
globalizzato e secolarizzato". Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Agli studenti
internazionali il Papa rivolge l’augurio che “diventino protagonisti nella missione
della Chiesa”:
“Cari giovani studenti, vi incoraggio ad approfittare
del tempo dei vostri studi per crescere nella conoscenza e nell’amore di Cristo, mentre
percorrete il vostro itinerario di formazione intellettuale e culturale. Conservando
il vostro patrimonio di sapienza e di fede, nell’esperienza della vostra formazione
culturale all’estero, potrete avere una preziosa opportunità di universalità, di fratellanza
e anche di comunicazione del Vangelo”.
“L’incontro delle culture
– sottolinea il Pontefice - è una realtà fondamentale nella nostra epoca e per il
futuro dell’umanità e della Chiesa”:
“Oggi più che mai la reciproca
apertura tra le culture è terreno privilegiato per il dialogo tra quanti sono impegnati
nella ricerca di un autentico umanesimo”.
In particolare, deve essere
incoraggiato e sostenuto, avendo come fondamento i principi umani e cristiani, l’incontro
delle culture nel campo universitario per far crescere “una nuova generazione capace
di dialogo e discernimento”:
“Gli studenti internazionali, infatti,
hanno la potenzialità di diventare, con la loro formazione intellettuale, culturale
e spirituale, artefici e protagonisti di un mondo dal volto più umano”.
A
causa della carenza di formazione qualificata e di tensioni sociali e politiche, gli
studenti internazionali – ricorda il Santo Padre – sono “una realtà in aumento all’interno
del grande fenomeno migratorio”:
“È importante, dunque, offrire ad
essi una sana ed equilibrata preparazione intellettuale, culturale e spirituale, perché
non cadano preda della fuga dei cervelli…".
Ma formino - aggiunge
il Papa - una categoria socialmente e culturalmente rilevante, in vista del loro rientro
nei Paesi di origine, e contribuiscano “a costituire dei ponti culturali, sociali
e spirituali con i Paesi di accoglienza”. Le università – sottolinea - sono chiamate
ad essere “laboratori di umanità”…
“…offrendo programmi e corsi che
stimolino i giovani studenti nella ricerca non solo di una qualificazione professionale,
ma anche della risposta alla domanda di felicità, di senso e di pienezza, che abita
il cuore dell’uomo”.
Il mondo universitario costituisce per la Chiesa
“un campo privilegiato per l’evangelizzazione”:
“Gli atenei di ispirazione
cristiana, quando si mantengono fedeli alla propria identità, diventano luoghi di
testimonianza, dove Gesù Cristo può essere incontrato e conosciuto, dove si può sperimentare
la sua presenza che riconcilia, rasserena e infonde nuova speranza”.
La
diffusione di idoelogie "deboli" nei diversi campi della società sollecita i cristiani
ad "un nuovo slancio nel campo intellettuale". Ricordando l'importanza di promuovere
un ambiente educativo in cui procedano insieme la formazione intellettuale, la dimensione
etica e l'impegno religioso, il Papa sottolinea che l’incontro fra universitari aiuta
a scoprire e valorizzare "il tesoro nascosto di ogni studente internazionale" per
un arricchimento "umano, culturale e spirituale”:
“I giovani cristiani,
provenendo da culture diverse, ma appartenendo all’unica Chiesa di Cristo, possono
mostrare che il Vangelo è Parola di speranza e di salvezza per gli uomini di ogni
popolo e cultura, di ogni età e di ogni epoca, come ho voluto ribadire anche nella
mia recente Esortazione apostolica postsinodale Africae munus (nn.134.138)”.