Dal 2005 a oggi l’estensione della frontiera agricola e delle coltivazioni illegali
di foglia di coca ha comportato per la Colombia una perdita annuale media di 238.000
ettari di boschi. “Il disboscamento è grave e selvaggio”, ha ammesso il ministro dell’Ambiente
e dello sviluppo sostenibile, Frank Pearl. Il Paese ha un’estensione di 114 milioni
di ettari, 58 dei quali foreste. Tra il 2005 e il 2010, in totale, gli ettari disboscati
sono stati 1,2 milioni. Il monitoraggio della deforestazione attraverso immagini satellitari,
che restano in ogni caso parziali, è stato inserito, solo di recente, in un nuovo
piano portato avanti dal ministero dell’Ambiente e dello sviluppo sostenibile. “La
tecnologia utilizzata ci consente di vedere che il disboscamento continua a crescere
e richiede un diversificato pacchetto di misure per controllarla”, ha detto Ricardo
Lozano, direttore dell’Istituto di idrologia, meteorologia e studi ambientali (Ideam).
La frontiera agro-zootecnica, secondo Pearl, “va frenata con progetti che consentano
migliori condizioni, puntando ad esempio, ad aumentare i capi di bestiame allevati
per ogni ettaro dedicato al pascolo”. Le aree del Paese più soggette al disboscamento
– ricorda l’agenzia Misna - sono la zona settentrionale e occidentale della catena
montuosa meridionale della Macarena. In Colombia si contano anche 62.000 ettari di
piantagioni di coca. L’obiettivo del governo del presidente Juan Manuel Santos è di
ridurre la deforestazione a 200.000 ettari annui entro la fine del suo mandato, nel
2014. (A.L.)