"Scienza e Vita": l’eutanasia è una sconfitta per la società
“Il suicidio assistito di Lucio Magri turba profondamente e vanno evitate strumentalizzazioni
che nulla hanno a che fare con una morte che ci invita a una riflessione non demagogica”:
questo il commento di Lucio Romano, copresidente nazionale dell’Associazione Scienza
& Vita. “Ogni volta che un uomo si toglie la vita è una sconfitta e una ferita per
l’intera società, - prosegue Romano - che non ha saputo raccogliere il grido di sofferenza,
di dolore, di solitudine che era stato lanciato, e che non è riuscita a prendersi
cura di una persona nella massima fragilità”. “Inoltre, elogiare questo gesto estremo
veicola un messaggio pericoloso e destabilizzante che vede l’eutanasia come unica
soluzione alla depressione o ad altro”. “Giustificare e legalizzare l’eutanasia introdurrebbe
nella società una cultura devastante, per cui la soluzione definitiva a problemi estremi
sarebbe riposta nella morte volontaria assistita”. “E’ davvero questo – si chiede
infine Lucio Romano – il messaggio che si vuole lanciare a chi si trova in difficoltà?
O piuttosto incentivare al suicidio non è che una forma distorta di compassione, una
deresponsabilizzazione collettiva spacciata per filantropia?”. Lucio Magri, uno dei
fondatori del ‘Manifesto’ è morto a 79 anni. Ha scelto di morire andando in Svizzera,
in una di quelle cliniche dove praticano il suicidio assistito. (A.L.)