2011-12-01 14:26:03

Pakistan: ondata di proteste anti-Usa, i cristiani pakistani temono ritorsioni


Non si placa l’ondata di protesta contro gli Stati Uniti, avviata dopo il bombardamento delle forze Nato che, nei giorni scorsi, ha provocato la morte di 26 militari pakistani al confine tra Pakistan e Afghanistan. I cristiani pakistani temono che frange islamiche fondamentaliste possano scatenare ritorsioni contro i cristiani, assimilati, nella propaganda islamista, agli occidentali. Ieri a Lahore, principale città del Punjab, provincia pachistana dove sono molto diffusi i movimenti musulmani estremisti, gli studenti dell’organizzazione “Jamaatud Dawa”, bandita dal governo, hanno inscenato manifestazioni inneggiando alla “jihad” contro gli Stati Uniti e chiedendo l’espulsione delle forze Nato dal territorio nazionale. Quanto è avvenuto – affermano - “è un attacco all’intera nazione”, invitando il governo a rompere l’alleanza con gli Usa e con la Nato. Gli attivisti del movimento “Tehreek-e-Insaf” hanno inscenato proteste anche davanti al consolato degli Stati Uniti di Lahore. Secondo fonti di Fides, la tensione resta alta e manifestazioni imponenti sono previste per venerdì prossimo, dopo la preghiera islamica. Padre Yousaf Emmanuel, direttore della Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza Episcopale del Pakistan spiega che “i gruppi estremisti islamici sono infuriati e protestano da giorni”. “L’incidente militare - aggiunge - è benzina sul fuoco”. “Il timore è che, nella propaganda antioccidentale risvegliatasi, possano essere inclusi i cristiani pakistani”. “Preghiamo e speriamo che questo non accada”. “Noi cristiani pakistani - conclude - condividiamo l’indignazione della nazione”. “Siamo vicini alla sofferenza delle famiglie colpite dal lutto. Continuiamo a diffondere parole di pace e di riconciliazione, e a pregare per l’armonia nazionale”. (A.L.)







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