L'Ue inasprisce le sanzioni contro l'Iran per il suo programma nucleare
La Gran Bretagna ha deciso l’espulsione dei rappresentanti diplomatici iraniani a
Londra, dopo l’assalto all’ambasciata britannica a Teheran, che dunque sarà chiusa.
Ed è dura la reazione dei Ministri degli Esteri UE, che in una dichiarazione sottolineano
che “l'attacco alla sede diplomatica inglese è un attacco a tutta l'Unione europea”.
Oggi l'Ue ha deciso di inasprire ulteriormente le sanzioni contro Teheran per il suo
programma nucleare, andando a colpire altre 147 società iraniane. Israele, dal canto
suo, ha annunciato che al momento non pensa ad un attacco alle istallazioni nucleari
della Repubblica islamica. Sull’isolamento internazionale venutosi a creare intorno
a Teheran, Salvatore Sabatino ha sentito il collega Ahmad Rafat, esperto
di questioni iraniane:
R. - Credo
che il governo cerchi questo isolamento perché con questo isolamento da una parte
può giustificare la repressione iniziata a settembre - quando sei registi accusati
di essere spie della gran Bretagna sono stati arrestati, uno di loro è ancora in carcere
- dall’altra parte serve a coprire una grave crisi economica che sta attraversando
il Paese perché di fatto, con l’isolamento internazionale, il Paese si trova in uno
stato di guerra e perciò il governo può giustificare le misure drastiche sull’economia.
D.
- Israele ha annunciato dal canto suo che al momento non pensa ad un attacco alle
installazioni nucleari della Repubblica islamica e lo stesso hanno fatto nei giorni
scorsi anche gli Stati Uniti…
R. - Io credo che in questo momento sia
molto difficile perpetrare un attacco militare all’Iran non tanto per quello che potrebbe
essere la reazione militare della Repubblica islamica quanto per quello che potrebbe
accadere in tutto il Medio Oriente. Non bisogna dimenticare che l’Iran ha alleati
che potrebbero creare difficoltà - Hamas a Gaza, Hezbollah in Israele o anche in Siria,
gli sciiti in Iraq... - Gli Hezbollah hanno già cominciato a rilanciare i missili
contro Israele ed è una forma di avvertimento: se vi azzardate ad attaccare l’Iran
questo sarà il pane quotidiano.
D. – Tra l’altro l’Iran rischia di far
cambiare gli equilibri geopolitici non solo nell’area in cui si trova perché calcoliamo
che ci sono potenze che si contrappongono anche molto lontane, pensiamo solo alla
Russia e agli Stati Uniti….
R. – Sì, ovviamente l’Iran ha un sostegno
nella Russia ma, più che nella Russia, nella Cina, e un confronto diretto, uno scontro
con l’Iran potrebbe mettere a rischio anche le relazioni delicate sia tra gli Stati
Uniti e l’Occidente con la Cina sia con la Russia.
D. – E’ arrivata
anche una comunicazione da parte dell’Unione europea che, ha fatto sapere, studierà
restrizioni anche per quanto riguarda il petrolio ma non se ne parla di embargo. Insomma
questo è il frutto di divisioni interne all’Unione europea che ancora non riesce a
parlare ad una sola voce. Che tipo di rapporti ci sono attualmente tra il vecchio
continente e l’Iran?
R. – L’Iran ha sempre puntato sul fatto che non
c’è unione politica nell’Unione europea. Pertanto mentre qualche governo chiude l’ambasciata,
qualcuno richiama gli ambasciatori, gli altri rimangono; alza la voce perché sa che
l’Unione europea non riesce a rispondere compatto alle sue dichiarazioni e talvolta
anche alle sue minacce: ha giocato sempre su questa contraddizione interna all’Europa.
(bf)