2011-11-30 14:08:43

Congresso mondiale di pastorale per gli studenti internazionali: intervista con mons. Vegliò


Si apre oggi pomeriggio a Roma il terzo Congresso mondiale di Pastorale per gli studenti internazionali. All’evento, in programma fino al 3 dicembre sul tema dell’incontro con le culture, partecipano anche delegati ortodossi, anglicani ed evangelici. Il Congresso è organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Ma quali sono le necessità e le difficoltà di una pastorale specifica per gli studenti internazionali? Fabio Colagrande lo ha chiesto al responsabile del dicastero, l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò:RealAudioMP3

R. - Tra le sfide emergenti vi è senz’altro quella di promuovere un atteggiamento di accoglienza, di solidarietà e di accompagnamento verso i giovani, che si recano all’estero per motivi di studio e di qualificazione professionale, sia per agevolare i primi passi della loro permanenza nel nuovo ambiente, sia per promuovere una loro integrazione serena e fruttuosa nella società che li ospita. Qui giocano un ruolo vitale soprattutto le istituzioni accademiche e il personale che le gestisce, in vista di offrire ai giovani le migliori opportunità di formazione integrale, non solo nell’acquisire nozioni e competenze, ma anche nel consolidamento di valori e di orientamenti per la vita. Le difficoltà, a volte, sorgono a partire dalla strutturazione dei programmi di studio, che rischiano di essere esigenti al punto da impegnare tutto il tempo dei giovani studenti e da impedire che possano instaurare serene relazioni di mutuo arricchimento e di scambio: in effetti, mentre gli studenti stranieri apprendono la cultura locale, potrebbe essere un grande vantaggio per altri studenti l’approccio al patrimonio di valori e di cultura che ognuno porta con sé. Dal nostro punto di vista, poi, spesso è difficile poter contare su un numero sufficiente di cappellani e di operatori pastorali, che sappiano rispondere adeguatamente alle diverse esigenze dei ragazzi, soprattutto umane e spirituali; esigenze di ascolto, sostegno e incoraggiamento.

D. - Questo ambito della mobilità umana è particolarmente adatto per promuovere anche il dialogo interculturale. Come pensate di promuovere questa dimensione e con quali obiettivi?

R. - Tra gli obiettivi del nostro Convegno c’è, in effetti, anche quello di mettere in luce la presenza multiculturale e multietnica di tanti giovani studenti, raccomandando a tutte le agenzie educative che sono a contatto con loro di essere attente a prepararli ad affrontare i mutamenti del mondo globalizzato di oggi con sapiente criticità, non senza l’aiuto della fede e il conforto della rivelazione cristiana, che ispira i giovani nella scoperta di ciò che conta e che porta autentica realizzazione. Sono convinto che dobbiamo incoraggiare i giovani universitari a creare ambienti di reciproco rispetto, di mutua valorizzazione e di dialogo, per dar vita a società fondate sulla collaborazione e sulla solidarietà, sulla pace e sullo sviluppo accessibile a tutti. Per questo la Chiesa vive la sua dimensione missionaria nell’accompagnare la loro sete di conoscenza, aiutandoli a studiare, a scoprire e a far proprie le verità sull’uomo e su Dio. Contiamo di promuovere la dimensione del dialogo interculturale in due direzioni: anzitutto raccomandando che le Conferenze Episcopali delle varie nazioni favoriscano una formazione adeguata dei cappellani e degli operatori pastorali; poi, cercando di sollecitare le istituzioni educative di ispirazione cattolica ad offrire programmi attenti a questo ambito, nel contesto ampio della formazione integrale dei giovani universitari.

D. - Il vostro Congresso rifletterà anche sul ruolo degli studenti internazionali come protagonisti della nuova evangelizzazione. Con quali prospettive?

R. - Ogni studente universitario porta con sé un patrimonio di conoscenze e di valori che appartiene al suo ambiente d’origine. È opportuno, dunque, saper cogliere e valorizzare tutti gli elementi positivi di cui ciascuno è portatore, vedendoli come opportunità perché l’annuncio evangelico possa esservi depositato e, con l’aiuto di Dio, possa anche germogliare e crescere, fino a scoprire e sperimentare la salvezza in Gesù Cristo, Signore e Salvatore.

D. – Infine, chi parteciperà al Congresso?

R. - I partecipanti vengono da diverse aree del mondo, specialmente da quei Paesi in cui è rilevante la presenza di studenti esteri. Attualmente si contano circa tre milioni di studenti internazionali, soprattutto negli atenei e nelle facoltà universitarie. Tale numero è in aumento e si prevede che si raggiungeranno i 7 milioni nel 2025. Al nostro Congresso saranno presenti circa 135 delegati da 36 nazioni: 14 dall’Europa, 8 dall’America, 4 dall’Asia, 7 dall’Africa e 3 dal Medio Oriente. Molti sono rappresentanti delle Commissioni Episcopali per la Mobilità Umana e per la Pastorale Universitaria, ma vi sono anche membri di istituti religiosi e di organizzazioni ecclesiali impegnate nell’attività di sostegno al mondo universitario. Tra di loro ci sono anche circa trenta studenti universitari, provenienti da varie nazioni.







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