Colombia: solidarietà dei vescovi alle famiglie dei 4 ostaggi uccisi dalle Farc
La Conferenza episcopale della Colombia esprime solidarietà e vicinanza alle famiglie
dei quattro ostaggi, uccisi la scorsa settimana da guerriglieri delle ‘Forze armate
rivoluzionarie della Colombia’ (Farc). “Continueremo a lavorare instancabilmente –
si legge nel comunicato dei vescovi - per l’ideale di una società in pace, nella quale
si rispetti la vita e sia riconosciuta pienamente la dignità di ogni persona”. Una
società – aggiungono i presuli – in cui la libertà sia un valore centrale. I vescovi
esortano anche i colombiani a non perdere la speranza, a guardare al futuro con la
certezza che l’amore e la giustizia sono più forti di tutto ciò che cerca di distruggere
la società. Gli ostaggi, appartenenti alle forze dell’ordine, erano stati sequestrati
oltre 12 anni fa. Sono stati uccisi mentre le forze di sicurezza si stavano avvicinando
al campo dove erano detenuti. Un quinto ostaggio, il sergente di polizia Luis Alberto
Erazo Maya, è riuscito a fuggire. “I guerriglieri delle Farc – ha detto l’uomo durante
un’intervista rilasciata a ‘Caracol Radio’ - non hanno né rimorsi né coscienza”. “Hanno
mentito per ammazzarci. Ci avevano detto che di fronte al rumore di spari avremmo
dovuto seguirli per salvarci. Avevano detto che ci avrebbero protetti”. “I miei compagni
– ha spiegato – l’hanno fatto e per questo sono morti”. Il presidente colombiano Juan
Manuel Santos ha definito l’uccisione dei quattro ostaggi “un crimine contro l'umanità”.
(A.L.)