Siria: pressioni internazionali per la fine delle violenze
La pubblicazione del rapporto Onu sui crimini del governo siriano accentua le divisioni
nella comunità internazionale circa l’atteggiamento da tenere nei confronti di Damasco.
Stati Uniti, Unione Europea e Turchia hanno chiesto nuovamente la fine delle violenze.
Mosca, invece, ha ribadito la sua contrarietà ad ogni ultimatum alla Siria. Il servizio
di Marco Guerra:
“Crimini
di guerra, inclusi uccisione, tortura, stupro o altre forme di violenza sessuale.
E ancora prigionia, sparizioni forzate e altri atti inumani", avvenuti “in diversi
luoghi del Paese dal marzo 2011”. Accuse come queste vengono diffuse ogni giorno su
internet dai comitati d’opposizione siriani, ma questa volta sono state messe nero
su bianco dalla commissione internazionale d'inchiesta sulla Siria istituita dalle
Nazioni Unite. Nel documento di 40 pagine, basato sulle testimonianze dirette di 223
persone tra vittime, testimoni e disertori delle forze di sicurezza, si accerta anche
l’assassinio di 256 bambini. L’organismo punta il dito contro i vertici del governo
e dell’esercito che avrebbero dato l'ordine di “sparare e di maltrattare i civili”.
E anche ieri le cronache dei dissidenti hanno riferito di 15 vittime in diverse parti
del Paese. Sul terreno non sembra dunque cambiare la situazione, nonostante le sanzioni
della Lega Araba varate domenica e il pressing di Usa e Ue che ieri sono tornate ad
invocare la fine immediata delle violenze. Da Bruxelles fanno inoltre sapere che è
stata raggiunta un'intesa per un inasprimento delle misure restrittive contro Damasco.
Fortemente critica, ma contraria ad un’azione militare, resta la Turchia. Tuttavia,
la Siria gode ancora dell’appoggio incondizionato di Mosca. Il ministro degli esteri
russo Lavarov ha espresso, infatti, la netta contrarietà ad ogni ipotesi di nuove
sanzioni ed ha invitato a mettere fine agli ultimatum rivolti al governo di Damasco.