Il messaggio dell’Esortazione Apostolica Post-Sinodale, Africae Munus
Introduzione Lo scorso 19 novembre, Papa Benedetto XVI ha firmato l’Esortazione
Apostolica Post-Sinodale, Africae Munus, nella Basilica dell’Immacolata Concezione
di Ouidah, in Benin. Questo documento, che dovrà guidare le attività della Chiesa
in Africa per gli anni a venire, contiene indicazioni pratiche e pastorali. È contestualizzato
in un’Africa moderna, che si distingue per molte caratteristiche positive ma che deve
oggi confrontarsi con sfide serie e complesse, come le guerre civili, i conflitti
etnici, le malattie e l’analfabetismo. Benché l’Esortazione sia indirizzata in primo
luogo ai cattolici, essa si rivolge a tutti i protagonisti del dialogo interreligioso
ed ecumenico. Di conseguenza, l’Atto Pontificale è significativo anche per i seguaci
di altre Chiese e confessioni in Africa, come i Musulmani e i fedeli delle religioni
tradizionali: la riconciliazione, la giustizia e la pace riguardano tutti gli africani.
Le
maggiori sfide per l’Africa L’Esortazione è suddivisa in due parti. La prima
identifica la missione della Chiesa, originata dalla persona di Gesù Cristo che, attraverso
la Passione, la morte e la Resurrezione, ha riconciliato l’uomo con Dio e con il suo
prossimo. La seconda parte del testo invita tutti i cattolici in Africa a promuovere
la giustizia e la pace nella Chiesa e nella società. La Riconciliazione è al cuore
del Cristianesimo. È dunque condizione essenziale per ciascun cristiano, per ogni
famiglia e comunità cristiane, per le Chiese in ogni Paese e in tutti i continenti.
L’Esortazione risulta in continuità con l’Atto conclusivo del primo Sinodo per
l’Africa, Ecclesia in Africa, che faceva luce sul concetto di Chiesa come Famiglia
di Dio, chiamata ad essere “luce e sale della Terra”, segno di riconciliazione tra
Dio e l’umanità non solo dal punto di vista religioso, ma anche nel contesto politico,
economico e sociale. La Chiesa rappresenta allora uno strumento privilegiato per promuovere
giustizia e amore nei rapporti tra gli individui e all’interno delle comunità del
continente. Ogni credente in Africa è chiamato a farsi veicolo di riconciliazione.Africae
Munus pone inoltre enfasi sull’importanza del Sacramento della Penitenza, capace
di riconciliare l’uomo con Dio e con il prossimo, invitando i cattolici a riscoprire
questo valore. Partendo dalla coscienza del valore dell’inculturazione, il documento
riconosce a determinati riti tradizionali di riconciliazione la capacità di aiutare
i fedeli a raggiungere una conoscenza più profonda e sincera di Cristo. Ma la Chiesa
deve essere attenta osservatrice dei valori alla base delle singole culture, in modo
da individuarne gli aspetti che sono in linea con il Vangelo, e quelli che invece
possono costituire un pericolo per la Chiesa e per il bene dei suoi figli.
L’Esortazione
dedica poi largo spazio alla famiglia, cellula viva della società e della Chiesa,
e luogo privilegiato nel quale la cultura del perdono deve essere praticata. La famiglia
viene rappresentata come una chiesa domestica, i cui membri sono al contempo “evangelizzatori
ed evangelizzati”. Dio deve quindi essere posto al centro della vita della famiglia,
per guidarla nella missione di promozione della giustizia. Ogni nucleo domestico è
invitato a riservare uno spazio significativo per la preghiera, per celebrare la liturgia
della domenica e dei giorni di festa, per la lettura quotidiana delle Sacre Scritture
in modo che ogni membro possa familiarizzare con la Parola di Dio, fonte della nostra
pace.
Un approfondimento è riservato nel testo agli anziani in Africa, stimati
per la propria saggezza ed esperienza e che rappresentano una componente positiva
all’interno della famiglia. Il loro ruolo è essenziale alle società africane, per
guidarle nella tutela della stabilità interna, e alla Chiesa, per la loro capacità
di comunicare il messaggio di pace. Ancora, un’attenzione speciale è posta sulle
donne, spina dorsale delle comunità locali, e sui bambini, considerati dono di Dio,
futuro del continente, fonte di speranza e rinnovamento per la Chiesa e le società.
Purtroppo questi due gruppi continuano ad essere vittima di ingiustizie; Africae
Munus chiama i cristiani a combattere e denunciare tutte le forme di ingiustizia
contro le donne, e le famiglie a proteggere in modo speciale i propri figli, adoperandosi
per costruire loro un futuro migliore.
Sul sentiero della riconciliazione L’Esortazione
offre indicazioni pratiche per la promozione della pace a partire dalla conversione
dei cuori. Il fedele può fare esperienza di tale cambiamento, mettendosi al servizio
di Cristo e conducendo una vita all’insegna della giustizia. Nella sua opera di evangelizzazione
la Chiesa in Africa è spinta a concentrarsi sulla catechesi, che guida la conversione
individuale e aiuta i seguaci di Cristo a mettere in pratica i valori cristiani nella
quotidianità, all’interno delle famiglie e delle società. I figli di Dio sono invitati
a riscoprire il valore della riconciliazione attraverso la conoscenza dei Santi -
riconciliati con Dio e messaggeri di giustizia e pace – e a promuoverne la devozione
presso le comunità.
Vescovi, sacerdoti e laici: tutte le componenti sociali
sono chiamate a impegnarsi per il benessere e la stabilità collettive, che dipendono
necessariamente dal processo di riconciliazione. I vescovi sono invitati a rafforzare
la propria comunione con il Papa, a collaborare con spirito collegiale con gli altri
vescovi del Paese, così come con i religiosi e laici della propria diocesi, in quanto
l’armonia favorisce la tutela della pace. Alle Conferenze Episcopali è indicato
di collaborare tra di loro, a livello regionale e continentale, e il SECAM (Simposio
delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar) è definito come una struttura
di solidarietà e comunione ecclesiale essenziale per dare sostegno alle attività delle
singole diocesi.
Africae Munus spiega che l’Eucarestia è alla base della
riconciliazione tra l’uomo e Dio: l’accoglienza di questo sacramento trasforma il
fedele in un unico corpo mistico con Cristo, costruendo le basi per l’unione di tutti
gli uomini intorno a Dio, al di là delle differenze etniche, tribali, razziali, politiche,
economiche, culturali e sociali. Al fine di incoraggiare un profondo apprezzamento
e una maggiore devozione del mistero dell’Eucarestia, l’Esortazione raccomanda la
celebrazione di un Congresso Eucaristico continentale. Ad ogni Conferenza Episcopale
è suggerito di celebrare ogni anno un giorno o una settimana di riconciliazione, in
particolare durante la Quaresima, per aiutare i cattolici a vivere in pace all’interno
della propria comunità e con i fedeli delle altre confessioni. A livello continentale,
il SECAM potrà proclamare, in accordo con la Santa Sede, un anno di riconciliazione,
invocando il perdono per i mali e le ingiustizie inflitte all’Africa, e al fine di
favorire la convivenza pacifica tra le popolazioni e i gruppi interni alle chiese
e alle società che le hanno subite.
Alla luce di queste considerazioni, possiamo
concludere questo spazio di approfondimento affermando con convinzione che Africae
Munus invoca un rafforzamento globale della Chiesa in Africa, al fine di aiutarla
a ricoprire una parte essenziale all’interno della Chiesa Cattolica Universale.
(A
cura di John Baptist Tumusiime, della redazione inglese per l’Africa).