Sanità in rete a servizio dei Paesi più poveri: presentato il "Progetto Zambia"
“Sanità elettronica e innovazione tecnologia”: tema di una conferenza internazionale
ospitata questa mattina nella sede della Radio Vaticana per iniziativa della Fondazione
Nexus Mundi, insieme alla Compagnia di Gesù, a Telecom Italia e alla stessa nostra
Emittente. Il servizio di Roberta Gisotti:
Telemedicina
e sanità in rete: a che punto siamo? A dare il benvenuto agli ospiti è stato il direttore
generale della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi. Occasione della conferenza,
la presentazione del “Progetto Zambia”, realizzato grazie alla collaborazione tra
enti ecclesiali, realtà accademiche e mondo dell’impresa, come spiega la dott.ssa
Rose Maria Bonello, fondatrice nel 2003 della Nexus Mundi negli Stati Uniti:
R.
- Lavoro per il gruppo Telecom, ho visto che c'era un'opportunità per lo sviluppo,
specialmente per l'Africa che ho sempre amato e da lì ho cominciato a costituire la
Fondazione, mettere insieme un gruppo di persone della Columbia University, che è
la mia università in America, e dopo il piano e tutte le analisi, ho chiesto ai miei
capi di Telecom di supportarmi.
D. - Gli obiettivi sottesi alla Nexus
Mundi quali sono?
R. - Alla base di tutto ci sono i servizi di ICT (Tecnologie
dell'informazione e della comunicazione) per lo sviluppo. Il primo progetto lo abbiamo
realizzato in Africa. Un gruppo di ingegneri è andato in Zambia: lì hanno disegnato
il progetto insieme ai Gesuiti e poi c'è stata l'implementazione.
Grazie
al Progetto Zambia sono state installate postazioni multimediali in ospedali, scuole,
stazioni radio, chiese e centri culturali di Lusaka, Kasisi e in particolare di Chikuni,
creando un vero avamposto sanitario in mezzo alla savana. Tra i partner del Progetto,
la Telecom Italia. Oscar Cicchetti, ingegnere capo del settore
Strategico:
R. - La giornata di oggi è finalizzata a vedere come le
tecnologie dell'ICT possono aiutare a rendere più efficace e meno costosa l'asstistenza
medica nei Paesi sottosvilluppati.
D.- Una sorta di progetto pilota
che potrà essere poi ripetuto anche in altri Paesi?
R. - Probabilmente
faremo qualcosa di analogo in Kenya. Nello stesso tempo, mentre noi andiamo a connettere
queste aree un po' difficili, le reti di comunicazioni, soprattutto quelle mobili,
si stanno espandendo autonomamente. Quindi, la copertura anche nelle aree più difficili
comincia ad esserci. A questo punto diventa più urgente, più attuale, pensare a cosa
fare delle reti. Oggi il prof. Sanders ha rappresentato molto bene che è sufficiente
avere una connessione di rete e alcuni dispositivi di telemedicina a basso costo per
poter fare prevenzione, diagnosi, assistenza, in maniera molto efficace e distribuita
sul territorio.
Le prospettive sono davvero entusiasmanti, ma le applicazioni
segnano il passo, ha dimostrato il prof. Jay H. Sanders, della Scuola di Medicina
alla Johns Hopkins University, presidente e amministratore delegato del Global Telemedicine
Group. “Dobbiamo incoraggiare, aspettarci e richiedere - ha detto - che i pazienti
siano loro stessi i primi fautori della propria salute”.