2011-11-28 14:54:22

Ocse: recessione in italia nel 2012, rischio default multipli. Zamagni: in Europa manca leadership politica


L’economia globale peggiora e la crisi dell’area euro rappresenta un rischio: le preoccupazioni sono legate soprattutto al debito sovrano, in forte aumento. Lo afferma oggi l’Ocse nel suo ultimo Economic Outlook nel quale stima la crescita dell’Eurozona nel 2011 a un + 1,6% a fronte del previsto 2%. Nel 2012 si prevedono in recessione Italia, Grecia e Portogallo. Riviste al ribasso anche le stime di crescita di Germania e Francia. Ma un allarme sulla zona euro viene anche dall’agenzia di rating Moody’s: "probabilità, dice, di default multipli fra i Paesi dell'area euro non sono più irrilevanti". Intanto il vicepresidente della Commissione Ue, Olli Rehn, è stato rassicurato dopo gli incontri con il premier italiano Mario Monti che ha confermato il pareggio di bilancio nel 2013. In questo panorama quanto sarebbe importante una governance europea più forte? Debora Donnini lo ha chiesto a Stefano Zamagni, professore di economia all’Università di Bologna e alla John Hopkins University.RealAudioMP3

R. - Il vero problema è che l’Europa non ha una governance che riguardi la politica fiscale ed industriale. Ha solamente una governance, peraltro parziale, che riguarda il lato della moneta e, in genere, della finanza. Cioè, per intendersi, la Bce. Il vero problema è che in Europa, in questo momento, manca una leadership politica ed un ceto politico all’altezza della situazione. Il problema dell’Europa non riguarda l’incapacità dell’economia reale di produrre: non è il debito pubblico ad essere aumentato, ma il rapporto tra debito pubblico e Pil, perché è diminuito il Pil. Lo stesso debito pubblico, insistendo su un Pil minore, ci dà una cifra più alta. Seconda cosa: non è vero che la produttività - e quindi la capacità di produrre - è diminuita. Quello che è vero è che la mancanza di un ceto politico all’altezza della situazione non è in grado di distribuire quella fiducia di cui i mercati di tipo capitalistico hanno bisogno per svolgere la propria mansione.

D. - In questo panorama, quanto pesa l’opposizione da parte della Germania agli eurobond?

R. - E’ un grande problema. Gli eurobond - e si può discutere su una versione o su altre - sono, in questo momento, uno strumento non tanto necessario per risolvere i problemi alla radice, ma per rassicurare i mercati sul fatto che i partiti europei hanno finalmente capito la gravità della situazione e vogliono rimboccarsi le maniche.

D. - Perché l’Europa - ed anche l’Italia - torni a crescere, che cosa bisogna fare?

R. - Si deve prendere sul serio il principio di sussidiarietà. Poi bisogna mettersi ad investire sui cervelli, cioè in ricerca ed in educazione. Terza cosa: vanno liberate quelle energie vitali tipiche dell’Europa, cioè le piccole e medie imprese, che sono soffocate da una burocrazia dirigistica che impone loro dei costi talmente elevati da non renderle competitive con l’esterno. (vv)







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