Il Papa ai giovani: imparate a rispettare l'ambiente per assicurarvi un futuro migliore
“Il rispetto per l’essere umano e il rispetto per la natura sono tutt’uno”. E i danni
provocati dallo scarso rispetto spesso riservato all’ambiente dimostrano che è urgente
un cambio di rotta, perché soprattutto le generazioni future possano godere di un
pianeta vivibile. E proprio a una folla di giovani sensibile al problema si è rivolto
questa mattina Benedetto XVI, ricevendo in udienza in Aula Paolo VI i circa settemila
partecipanti all’Incontro promosso dalla “Fondazione Sorella Natura”. Il servizio
di Alessandro De Carolis:
“Il più italiano
dei santi e il più santo degli italiani” – come Pio XII definì Francesco d’Assisi
– soleva chiedere al frate incaricato di curare l’orto del convento di non utilizzare
tutto il terreno per gli ortaggi, ma di riservarne una parte ai fiori, perché chiunque,
passando e guardandoli, potesse rimanere incantato da tanta bellezza e rivolgere un
pensiero a Colui che l’aveva creata, Dio. L’aneddoto è stato ricordato da Benedetto
XVI davanti alle migliaia di ragazze e ragazzi che – aderendo alla “Fondazione Sorella
Natura”, di chiara ispirazione francescana – hanno fatto la scelta di campo di sentirsi
e comportarsi da “custodi del creato”. Parlando a loro e ai formatori che li accompagnavano,
il Papa è stato chiaro. Il rispetto per la natura e l’ambiente, ha detto, è un valore
oggi imprescindibile:
“E’ infatti ormai evidente che non c’è un futuro
buono per l’umanità sulla terra se non ci educhiamo tutti ad uno stile di vita più
responsabile nei confronti del creato. E questo stile si impara prima di tutto in
famiglia e nella scuola”.
Il "grande meraviglioso albero della vita
– ha osservato il Pontefice – non è frutto di una evoluzione cieca e irrazionale",
ma "riflette" la forza e l'amore del suo Artefice. Dunque, sì alla scienza e alla
ricerca, purché i loro percorsi – ha affermato – rispettino “l’impronta del Creatore
in tutto il creato”:
“Se infatti, nel suo lavoro, l’uomo dimentica
di essere collaboratore di Dio, può fare violenza al creato e provocare danni che
hanno sempre conseguenze negative anche sull’uomo, come vediamo, purtroppo, in varie
occasioni”.
“Oggi più che mai – ha proseguito Benedetto XVI – ci
appare chiaro che il rispetto per l’ambiente non può dimenticare il riconoscimento
del valore della persona umana e della sua inviolabilità, in ogni fase della vita
e in ogni sua condizione”:
“Il rispetto per l’essere umano e il rispetto
per la natura sono un tutt’uno, ma entrambi possono crescere ed avere la loro giusta
misura se rispettiamo nella creatura umana e nella natura il Creatore e la sua creazione.
Su questo, cari ragazzi, sono convinto di trovare in voi degli alleati, dei veri ‘custodi
della vita e del creato’”.
In precedenza, nel ricordare la decisione
del giovane Papa Giovanni Paolo II di proclamare, il 29 novembre 1979, San Francesco
patrono dell’ecologia – e nel ringraziare anche il cardinale Rodriguez Maradiaga per
aver ricevuto in dono una preziosa riproduzione del Codice 338, contenente le fonti
francescane più antiche – Benedetto XVI ha citato alcuni versi del “Cantico di Frate
Sole”, un componimento – ha osservato – “che mette in luce il giusto posto da dare
al Creatore”. Ed ha commentato:
“Questi versi fanno parte giustamente
della vostra tradizione culturale e scolastica. Ma sono anzitutto una preghiera, che
educa il cuore nel dialogo con Dio, lo educa a vedere in ogni creatura l’impronta
del grande Artista celeste (…) Frate Francesco, fedele alla Sacra Scrittura, ci invita
a riconoscere nella natura un libro stupendo, che ci parla di Dio, della sua bellezza
e bontà”.