2011-11-27 12:27:06

Benedetto XVI all'Angelus: è Dio non l'uomo il padrone del mondo. Appello all'Onu: soluzioni credibili sui cambiamenti climatici


Il periodo dell’Avvento ricorda all’uomo che non è lui il padrone del mondo, ma il Dio Bambino che è venuto a salvare l’umanità. Lo ha detto il Papa durante l’Angelus domenicale in Piazza San Pietro, concluso da un appello agli esperti che, in Sud Africa, si incontrano per i lavori della Convenzione Onu sui cambiamenti climatici. Tutti loro, ha invocato Benedetto XVI, concordino una risposta “credibile e solidale a questo preoccupante fenomeno”. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

La differenza sta tutta tra il Padre e il “padrone”. Tra Dio che è “Amico” di ogni uomo e i molti uomini che si dimenticano di Dio e spadroneggiano sul creato, salvo poi spaventarsi e ricordarsi di Dio quando la natura – o gli errori commessi nella società – fanno saltare i loro piani di dominio senz’anima. All’Angelus di una domenica assolata e fredda, Benedetto XVI ha tratto questo spunto di riflessione dal Vangelo della prima domenica di Avvento, nel quale Cristo ripete ai suoi discepoli e a tutti il suo “Vegliate!”:

“E’ un richiamo salutare a ricordarci che la vita non ha solo la dimensione terrena, ma è proiettata verso un ‘oltre’, come una pianticella che germoglia dalla terra e si apre verso il cielo. Una pianticella pensante, l’uomo, dotata di libertà e responsabilità, per cui ognuno di noi sarà chiamato a rendere conto di come ha vissuto, di come ha utilizzato le proprie capacità: se le ha tenute per sé o le ha fatte fruttare anche per il bene dei fratelli”.

Il problema, ha proseguito, nasce quando – come il popolo d’Israele migliaia di anni fa – gli esseri umani non riconoscono di aver spezzato il rapporto con il cielo e di aver reso più ingiusto e inquieto il presente, come accade, ha osservato, “per certi panorami del mondo post-moderno”:

“Le città dove la vita diventa anonima e orizzontale, dove Dio sembra assente e l’uomo l’unico padrone, come se fosse lui l’artefice e il regista di tutto: le costruzioni, il lavoro, l’economia, i trasporti, le scienze, la tecnica, tutto sembra dipendere solo dall’uomo. E a volte, in questo mondo che appare quasi perfetto, accadono cose sconvolgenti, o nella natura, o nella società, per cui noi pensiamo che Dio si sia come ritirato, ci abbia, per così dire, abbandonati a noi stessi”.

In realtà, ha ripetuto Benedetto XVI, il vero “padrone” del mondo non è l’uomo ma Dio, al cui mistero di salvezza l’uomo può aprirsi proprio se spalanca il cuore all’amore scaturito dall’evento Betlemme:

“Il Tempo di Avvento viene ogni anno a ricordarci questo, perché la nostra vita ritrovi il suo giusto orientamento, verso il volto di Dio. Il volto non di un ‘padrone’, ma di un Padre e di un Amico”.

Subito dopo aver intonato la preghiera mariana, il Papa ha ricordato che domani a Durban, in Sud Africa, si aprono i lavori della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e del Protocollo di Kyoto:

“Auspico che tutti i membri della comunità internazionale concordino una risposta responsabile, credibile e solidale a questo preoccupante e complesso fenomeno, tenendo conto delle esigenze delle popolazioni più povere e delle generazioni future”.

Tra i saluti in varie lingue, rivolti alle migliaia di persone assiepate in Piazza San Pietro sotto la finestra del suo studio, Benedetto XVI ha incoraggiato i responsabili europei della Società di San Vincenzo De Paoli ad “affrontare con lo spirito del Vangelo vecchie e nuove povertà” e ha indirizzato un saluto speciale alla comunità cubana della diocesi di Bergamo e al “Servizio universitario africano” di Roma. Quindi, prima di congedarsi, ancora un augurio ai fedeli:

“Buona domenica e un buon cammino di Avvento!”







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