Giornata Onu di solidarietà al popolo palestinese, iniziativa di "Pax Christi" a Lecco
Come ogni anno, anche in questo 2011 si celebra in tutto il mondo la Giornata Onu
di solidarietà col popolo palestinese, che - dal 1977 - si osserva il 29 novembre.
In vista dell’appuntamento, l’organizzazione internazionale per la pace "Pax Christi"
tiene oggi a Bulciago (Lecco) il Convegno “Assetati di giustizia”, dedicato al conflitto
israelo-palestinese, alle diverse realtà impegnate in Medio Oriente e in particolare
alla questione dell’acqua anche nella Striscia di Gaza, dove vige il blocco israeliano.
Non a caso è stata scelta la località brianzola: Bulciago è il paese di Vittorio Arrigoni,
l’attivista italiano per anni impegnato accanto ai palestinesi, ucciso a Gaza nell’aprile
scorso. A Vittorio, “uomo di terra e di mare”, la madre Egidia Beretta Arrigoni,
sindaco di Bulciago, dedica il suo intervento al Convegno. Giada Aquilino l’ha
intervistata:
R. – Significa
dare voce al grande desiderio che aveva Vittorio e che lui ha interpretato in prima
persona: quello di raccontare la Palestina. Lui raccontava soprattutto Gaza. Negli
anni precedenti, quando era andato nei Territori, faceva sentire la sua voce, anche
se sicuramente non così forte come si è diffusa quando stava a Gaza, durante l’operazione
israeliana "Piombo Fuso". Quindi, credo che Vittorio sarà molto contento di questo.
D.
– “Vittorio, uomo di terra e di mare” è il titolo del suo intervento all’iniziativa
di "Pax Christi". A cosa l’ha dedicato?
R. – Parlerò alla fine, perché
lascerò che siano altri a parlare di Vittorio, con i suoi scritti, raccontando la
sua esperienza, ma raccontando soprattutto quale sia la situazione di Gaza ancora
oggi: l’assedio, quindi, e la vita delle persone che lì sono prigioniere e private
di quei diritti umani per cui Vittorio ha dato un senso alla sua vita. Lui mi raccontava
e si stupiva veramente della grande forza e della dignità di queste persone, che nonostante
tutto, per sopravvivere, uscivano in mare o andavano a coltivare miseri campi. Mi
faceva, quindi, partecipe di tutto ciò.
D. – Lei ha raccontato che vi
dicevate che “della pace la giustizia è madre e sorella”...
R. – Ce
lo dicevamo perché pure per me questo è un programma di vita. C'è anche un’Enciclica
al riguardo. Bisognerebbe che venissero riconosciuti ai palestinesi i diritti di chi
vive sulla propria terra: il diritto di muoversi, di lavorare, di studiare, di avere
delle case degne. Questa è giustizia. Se si arrivasse a questo, credo che la pace
sarebbe proprio a portata di mano.
D. – Quanto è importante che vadano
avanti quelle iniziative e quei programmi di cui Vittorio si occupava?
R.
– E’ importantissimo. Ho capito che forse, se la sua morte ha un significato, è stato
proprio quello di far riflettere tantissime persone e cercare di sostenere le iniziative
che là si stanno facendo. Io ho tantissimi esempi, perché molti mi scrivono, molti
fanno donazioni, molti si interessano proprio in prima persona e vogliono sapere a
chi rivolgersi, quali associazioni sostenere, quali Ong o Onlus sostenere. Quindi,
è un mandato che Vittorio ci ha lasciato.
D. – La campagna che ogni
anno "Pax Christi" rinnova è dedicata al tema: “Ponti e non muri”. Come è possibile
secondo lei costruire ponti e non barriere nei Territori?
R. – Lo diceva
Giovanni Paolo II. Credo che il ponte sia anche spirituale e interiore. Forse pure
noi abbiamo dei muri: i muri dell’indifferenza. Per primi andrebbero abbattuti questi
muri: credo che il muro dell’indifferenza sia uno dei più solidi. E lo vediamo anche
nelle nostre comunità: l’indifferenza verso la persona che viene da altri Paesi. Penso,
quindi, che sia un lavoro interiore e concreto. Se si riuscisse a far sì che quel
muro dell’apartheid, che ora esiste, non esistesse più, sarebbe una bellissima cosa,
anche perché la Palestina è la Palestina, è la terra di tutti o dovrebbe essere la
terra di tutti. Poi, certo, l’obiettivo può essere la Palestina, ma possono essere
anche tutte le “Palestine” che ci sono nel mondo e Vittorio ne ha incontrate tante
nei suoi viaggi come volontario, anche in Africa. (ap)