2011-11-25 12:45:37

Perù. Nuovo appello della Chiesa per un dialogo “giusto e costruttivo” sulla questione mineraria


La Chiesa cattolica del Perù ha invocato un dialogo "giusto, equo e costruttivo" dopo l'annuncio di uno sciopero contro l'attività mineraria nel dipartimento di Cajamarca (sulle Ande, 860 km a nord della capitale), e ha espresso la sua volontà di sostenere la ricerca di una soluzione al conflitto sociale. In una dichiarazione firmata dal suo presidente, mons. Miguel Cabrejos Vidarte, arcivescovo di Trujillo, di cui è pervenuta copia all’Agenzia Fides, la Conferenza Episcopale chiede tolleranza ed apertura per raggiungere una soluzione e avverte che con la violenza non si risolve nulla: "Chiedo di fare ogni sforzo per costruire una cultura di pace, attraverso il dialogo giusto, equo, costruttivo, tollerante delle opinioni diverse, e che si fondi sulla difesa della dignità inalienabile della persona umana e del bene comune". Alcuni gruppi di Cajamarca hanno indetto uno sciopero contro il progetto Conga Minas, sostenendo che esso danneggia le fonti d'acqua, anche se la società responsabile del progetto si è impegnata a costruire serbatoi che raddoppierebbe la capacità idrica dell'area. Il governo ha promosso il dialogo per rispondere ai problemi ambientali che riguardano l'attuazione del progetto, approvato dal governo precedente, ma le autorità regionali di Cajamarca e i gruppi che sono contrari ai lavori nel campo minerario chiedono l'annullamento di tale progetto. A questo proposito, la Conferenza Episcopale Peruviana ha affermato che il progresso del Perù "esige da tutti il dialogo", ciò significa "dare e avere accesso ad un'informazione completa e corretta, poter ascoltare e avere un'apertura generosa per raggiungere insieme la verità". I vescovi hanno aggiunto che questo processo è importante nel momento in cui serve ad accrescere la fiducia e la speranza di costruire insieme un Paese in cui tutti i settori abbiano spazio per lo sviluppo. La Chiesa, dunque, ha espresso la sua volontà di cooperare per stabilire canali di dialogo e comprensione, “per superare eventuali problemi che incidono sul processo di pace e il bene comune tra i peruviani”. “Il nostro paese non merita di vedere ripetersi episodi tragici, che hanno portato lutto a molte famiglie” si legge nel documento, che si riferisce alla violenza delle proteste e agli scontri tra manifestanti e polizia di pochi giorni fa.







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