Il Papa ai laici cristiani: per incidere nella vita pubblica bisogna avere una solida
fede personale
Bisogna riportare la “questione di Dio” anche all’interno della Chiesa, per far sì
che la testimonianza dei laici nella vita pubblica sia “incisiva”. È l’invito che
Benedetto XVI ha rivolto alla 25.ma plenaria dei Laici in corso in Vaticano, i cui
partecipanti sono stati ricevuti questa mattina in udienza dal Papa. Il Pontefice
ha anche ricordato il coraggio delle minoranze cristiane in Asia, spesso soggette
a persecuzioni, e ha apprezzato l’impegno del dicastero per i Laici di aver messo
in programma per il prossimo anno, in Camerun, un Congresso per i laici dell’Africa.
Il servizio di Alessandro De Carolis:
Per incontrare
Dio bisogna incontrare qualcuno che Lo abbia incontrato. Il segreto della fede sta
in questa sequenza, e non è eludibile. Non è tanto una questione legata a fattori
esterni, geografici o culturali. Semmai lo è alla “geografia” dell’anima, il luogo
dove avviene e matura l’incontro con Cristo. E i laici cristiani hanno una grandissima
responsabilità nel creare i presupposti per questo incontro, che potrà avere importanti
risvolti nella vita sociale. Benedetto XVI lo ha ricordato al cospetto degli specialisti
convocati dal Pontificio Consiglio per i Laici per l’incontro annuale, impegnati a
confrontarsi sul tema “La questione di Dio oggi”. Benedetto XVI ha distinto. Certamente,
ha ripetuto, c’è anzitutto una questione di Dio pubblica, quella per cui la rinuncia
“a ogni riferimento del trascendente” diffusasi attualmente “ha generato la crisi”
di “significato e di valori” che oggi precede quella economica e sociale:
“L’uomo
che cerca di esistere soltanto positivisticamente, nel calcolabile e nel misurabile,
alla fine rimane soffocato. In questo quadro, la questione di Dio è, in un certo senso,
'la questione delle questioni'. Essa ci riporta alle domande di fondo dell’uomo, alle
aspirazioni di verità, di felicità e di libertà insite nel suo cuore, che cercano
una realizzazione”.
“L’uomo che risveglia in sé la domanda su Dio
– ha proseguito – si apre alla speranza, ad una speranza affidabile, per cui vale
la pena di affrontare la fatica del cammino nel presente”. Tuttavia, si è chiesto
il Papa, come è possibile “risvegliare la domanda su Dio, perché sia la questione
fondamentale?”:
“La domanda su Dio è risvegliata dall’incontro con
chi ha il dono della fede, con chi ha un rapporto vitale con il Signore. Dio viene
conosciuto attraverso uomini e donne che lo conoscono: la strada verso di Lui passa,
in modo concreto, attraverso chi l’ha incontrato. Qui il vostro ruolo di fedeli laici
è particolarmente importante”.
Tuttavia, se i diversi ambiti pubblici
hanno bisogno di essere popolati da laici cristiani trasparenti nelle proprie convinzioni,
esiste – ha osservato Benedetto XVI – anche una questione di Dio dentro il tessuto
ecclesiale. La disamina del Papa è stata all’insegna della consueta schiettezza. “A
volte – ha asserito – ci si è adoperati perché la presenza dei cristiani nel sociale,
nella politica o nell’economia risultasse più incisiva, e forse non ci si è altrettanto
preoccupati della solidità della loro fede, quasi fosse un dato acquisito una volta
per tutte”. In realtà, ha soggiunto…
“… i cristiani non abitano un
pianeta lontano, immune dalle ‘malattie’ del mondo, ma condividono i turbamenti, il
disorientamento e le difficoltà del loro tempo. Perciò non meno urgente è riproporre
la questione di Dio anche nello stesso tessuto ecclesiale. Quante volte, nonostante
il definirsi cristiani, Dio di fatto non è il punto di riferimento centrale nel modo
di pensare e di agire, nelle scelte fondamentali della vita. La prima risposta alla
grande sfida del nostro tempo sta allora nella profonda conversione del nostro cuore”.
E
un esempio di cosa voglia dire oggi coerenza al Vangelo Benedetto XVI lo aveva offerto
all’inizio del suo discorso, evocando il coraggio di quei fedeli che vivono, specie
in Asia, in condizioni spesso drammatiche. In quel vastissimo e antico continente,
sono state le parole del Papa…
“… l’annuncio cristiano ha raggiunto
sinora soltanto una piccola minoranza, che non di rado vive la fede in un contesto
difficile, a volte anche di vera persecuzione (...) Questi nostri fratelli testimoniano
in modo ammirevole la loro adesione a Cristo, lasciando intravedere come in Asia,
grazie alla loro fede, si stiano aprendo per la Chiesa del terzo millennio vasti scenari
di evangelizzazione”.