Il Commissario europeo Rehn a Roma: sfide drammatiche ma l'Italia ce la farà. In Cdm
le misure anticrisi
Il Governo italiano intende raggiungere gli obiettivi di risanamento economico con
il consenso delle parti sociali. E’ quanto ha detto ieri il premier Mario Monti al
Consiglio dei ministri. Monti ha poi incontrato il vicepresidente della Commissione
europea Olli Rehn, che si è detto convinto che l’Italia ha le carte in regola per
superare la crisi. Sentiamo Giampiero Guadagni:
Nonostante
gli impegni presi dal governo italiano e il via libera dell’Europa, le Borse hanno
più volte cambiato il passo nel corso della giornata. Milano ha terminato la seduta
in rialzo ma con lo spread sulla soglia dei 500 punti. I timori della crisi hanno
affondato Wall Street che ha chiuso la peggior settimana dal 1932. I rischi che gravano
sul settore finanziario in Belgio hanno poi spinto Standard & Poor's ad abbassare
il rating del Paese. L’attuale situazione economica italiana e la crisi in Europa
sono stati al centro, ieri, anche del vertice di Strasburgo tra Francia, Germania
e Italia. Su questo summit, ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco, il commento
dell’economista Alberto Quadrio Curzio:
R. - Dal
punto di vista ufficiale, non sono emersi degli eventi di particolare significato,
se non una posizione del presidente del Consiglio italiano che, tra Sarkozy e Merkel,
ha assunto un ruolo di notevole rilevanza. Dal punto di vista ufficioso, invece, si
ritiene che la Germania stia ammorbidendo le sue posizioni sia per quello che riguarda
l’attività della Banca Centrale Europea nei confronti dei titoli di Stato dei Paesi
membri, sia per quanto riguarda un futuro intervento con degli euro-bond.
D.
- Si parla, in modo insistente, di una Banca Centrale Europea disponibile a saldare
tutti i debiti dei Paesi in difficoltà. Quest’operazione, però, porterebbe a stampare
denaro senza tetti. Questa è un’opzione auspicabile?
R. - A mio avviso
questa è un’opzione davvero molto problematica. La Banca Centrale Europea, in questo
caso, dovrebbe intervenire a sostegno dei debiti pubblici che, al momento, riguardano
cinque o sei Paesi, ma che poi potrebbero riguardarne sette od otto. Sarebbero troppi.
Un compito del genere andrebbe invece affidato al cosiddetto “fondo salva-Stati”,
che esiste e che può già intervenire con 440 miliardi di euro.
D. -
Il premier italiano, Mario Monti, avanza un’altra proposta anti-crisi: l’Unione Europea
dovrebbe essere anche un unione fiscale. E’ applicabile, in un’Europa con diverse
velocità economiche, un disegno di questo tipo?
R. - E’ applicabile
ed è necessario. Tuttavia, richiede molto tempo: si potrebbe configurare nel corso
di alcuni anni. Oggi c’è un problema di urgenza, anzi, oserei dire di emergenza, e
nei problemi di emergenza bisogna intervenire con tempestività. I flussi finanziari
stanno uscendo dall’Europa - e tra poco usciranno anche in modo evidente dai titoli
di Stato tedeschi - per convergere verso i titoli di Stato americani. Non perché questi
ultimi siano più solidi o perché sia l’America ad essere più solida, ma perché ha
un mercato unificato di titoli di Stato e non 17 piccoli mercati.
D.
- A proposito di mercato, oggi, in Italia, sono stati collocati bond semestrali con
un rendimento del 6,5 per cento. Poi c’è anche un’altra questione: il governatore
della Banca d’Italia ha detto che gli stipendi, per i giovani, sono fermi da decenni.
I salari non aumentano e i conti sono sempre più salati...
R. - Per
quanto riguarda il nostro Paese, se i tassi di interesse continuano a crescere a questi
ritmi, la situazione diventerà preoccupante. Da soli non riusciremo a comprimere questi
interessi. Per quanto riguarda i giovani, secondo me la prima urgenza è quella di
trovare un lavoro a quelli che sono disoccupati piuttosto che aumentare i salari a
quelli già occupati. In Italia il tasso di disoccupazione giovanile è molto alto e
bisogna quindi individuare delle modalità per ridurlo. (vv)