Filippine. Indagini lente sull’assassinio di padre Tentorio. Appello al presidente:
stop all’impunità
Porre fine immediatamente all’impunità che regna ad Arakan Valley e in tutta l’isola
di Mindanao; promuovere con ogni mezzo la giustizia e la trasparenza nel caso dell’omicidio
di padre Fausto Tentorio, missionario del Pime ucciso il 17 ottobre ad Arakan. E’
quanto chiede la società civile di Mindanao, in un appello al presidente Benigno Aquino,
alla vigilia della manifestazione di solidarietà e preghiera che si terrà dal 26 al
29 novembre a Mindanao, dedicata al missionario ucciso e promossa dal movimento “Giustizia
per Padre Tentorio”, che riunisce oltre 50 fra associazioni e congregazioni religiose
di Mindanao. Il movimento ha promosso l’appello e avviato una raccolta di firme per
sostenerlo. Il testo, inviato all’Agenzia Fides, ricorda che “dopo l'assassinio di
Padre Tentorio le violazioni dei diritti umani si sono intensificate a Arakan a causa
della militarizzazione e dell’impunità dilagante”. Il 20 ottobre, tre giorni dopo
l’omicidio di padre Fausto, è stato ucciso Ramon Batoy, altra vittima di esecuzioni
extragiudiziali in Arakan. I militari, prosegue il testo, “continuano a detenere e
a torturare altri due contadini indigeni del villaggio”, accusandoli di essere membri
dei ribelli comunisti del New People’s Army. Come conseguenza, più di 150 famiglie
hanno lasciato Arakan, temendo ulteriori violazioni dei diritti umani per mano dei
militari. “E’ l’impunità che permette alle forze statali di commettere atrocità” nota
il manifesto, che contesta anche la lentezza delle indagini sul caso Tentorio e il
tentativo di coinvolgere alcuni dei suoi collaboratori nell’omicidio. La società civile
ribadisce le sue richieste: un'inchiesta indipendente sull'uccisione del missionario
e del leader tribale e il rilascio immediato degli altri indigeni; creare un'atmosfera
che incoraggi i testimoni e garantire la loro sicurezza; ritirare tutti i distaccamenti
militari da Arakan; fermare le atrocità militari e gli abusi; smantellare il gruppo
paramilitare Gantangan operante nel quadro delle operazioni di contro-insurrezione
del governo Aquino. Il gruppo, denuncia il documento, recluta indigeni come guardie
della società minerarie, continua a minacciare e uccidere tribali che difendono le
loro terre ancestrali e si oppongono alla militarizzazione delle loro comunità.