Myanmar. L’Arcivescovo di Yangon: “Svolta politica positiva nel Paese, ora pieni diritti
per tutte le religioni”
“Guardiamo in modo molto favorevole l’attuale fase di riforme. Ora il governo inviti
i leader religiosi a collaborare per lo sviluppo del paese e dia uguali tutele, opportunità
e diritti a tutte le religioni”: è quanto dice all’Agenzia Fides mons. Charles Maung
Bo, arcivescovo della capitale, Yangon, e segretario generale della Conferenza Episcopale
del Myanmar. L’arcivescovo nota i miglioramenti sul piano interno: “Le voci delle
persone sono positive, c’è un risveglio e una maggiore libertà nell’opinione pubblica.
Si è aperto un dialogo tra il governo e la leader del partito d'opposizione, Aung
San Suu Kyi, che parteciperà, con il suo partito, alle prossime elezioni”. E rimarca
i progressi a livello internazionale: “Il Myanmar sarà il paese ospitante della prossima
riunione dell'ASEAN, nel 2014, e ne avrà la presidenza”, ricordando che c’è maggiore
attenzione della comunità internazionale e degli Stati Uniti verso il paese, mentre
“anche la Cina sembra tranquilla”. In questo momento di generale cambiamento, mons.
Bo chiede al governo di invitare i leader religiosi “a dare un contributo fattivo
allo sviluppo del paese”, eliminando definitivamente la “mentalità chiusa, le discriminazioni
e le restrizioni nei confronti delle religioni”, che sono “gravi ingiustizie”. “Dobbiamo
imparare dal passato e investire nel futuro: lo stato oggi deve dare uguali tutele,
opportunità e diritti a tutte le religioni. Abbiamo sofferto troppo a lungo. Molti
sono morti e oggi abbiamo il desiderio di dare la nostra testimonianza cristiana”
rimarca l’arcivescovo. “Abbiamo apprezzato – prosegue mons. Bo – le misure prese dal
governo negli ultimi tempi: liberazione di alcuni prigionieri politici, il coraggio
con cui ha sospeso il progetto della diga di Myitsone, lo spazio consentito al partito
di opposizione. Noi siamo per una collaborazione costruttiva. Come nazione unita,
tutti possiamo averne benefici, a tutti i livelli”. Sebbene oggi mantengano “un atteggiamento
di prudenza”, dopo anni di regime oppressivo – conclude il presule – i cristiani del
Myanmar intendono dare un contributo maggiore all’edificazione del futuro del Myanmar,
mettendo a servizio del paese tutte le loro risorse e carismi.