Maltempo. L'arcivescovo di Messina: riscoprire il senso di responsabilità nei confronti
dell'uomo e del territorio
Si aggrava il bilancio delle vittime a causa delle alluvioni che hanno flagellato
il sud d'Italia, soprattutto Sicilia e Calabria. Nella notte, i soccorritori hanno
recuperato a Saponara, in provincia di Messina, il corpo di una donna di 24 anni.
Le altre tre vittime sono un bambino di 10 anni e due uomini - padre e figlio - rimasti
intrappolati, sempre a Saponara, nella loro abitazione. Su questa ennesima tragedia
legata al maltempo, Luca Collodi ha intervistato l’arcivescovo di Messina,
mons. Calogero La Piana:
R. - Come
pastore, anzitutto, vorrei esprimere la mia affettuosa vicinanza alle famiglie che
hanno subito la perdita tragica di congiunti. Vorrei esprimere vicinanza ai parroci,
ai sindaci, alle forze dell’ordine, a tutti i volontari, a tutti coloro che si stanno
adoperando con infaticabile impegno per aiutare, sostenere quanti sono stati colpiti
da questo nubifragio violento.
D. – C’è una domanda che in queste ore
molti si fanno, pensando anche alla Liguria, alla Toscana, all’Isola d’Elba e ad altre
parti d’Italia: queste tragedie si potevano, si possono evitare? L’uomo può essere
più responsabile nella gestione del territorio?
R. - Non possiamo certamente
prevenire questi fenomeni eccezionali, ma possiamo fare tantissimo perché fenomeni
eccezionali non incidano così tanto e a livello drammatico nella vita degli uomini.
C’è bisogno di rispettare la natura, c’è bisogno di prevenire i danni ma soprattutto,
c’è bisogno di controllo e di vigilanza. In questi anni ci siamo forse un po’ troppo
fermati, addormentati, cullati, nel senso che abbiamo pensato che niente e nessuna
cosa avrebbe potuto mai scomodarci; e, quindi, abbiamo forse concesso troppo, ecceduto
in costruzioni, in tutto ciò che poteva sembrare un vantaggio o un guadagno per quella
singola persona o per quel singolo comune. Adesso abbiamo fortemente bisogno di riscoprire
quel senso di responsabilità nei riguardi dell’ambiente, nei riguardi degli altri,
nei riguardi di noi stessi. Parlo di noi cittadini: noi stessi non abbiamo ancora
un forte senso di responsabilità, perché troppo orientati al momentaneo vantaggio.
D.
- I parroci delle parrocchie interessate dall’alluvione, come si stanno muovendo?
R.
- Hanno movimentato tutte quelle forze vive che caratterizzano la vita delle nostre
comunità parrocchiali. So che ieri, ad esempio, c’è stato un grandissimo raduno di
volontari che poi si sono subito attivati. Una bella notizia, pur nella vicenda triste,
che stiamo vivendo: la bella notizia di uomini e donne di buona volontà che si stanno
mettendo al servizio dei fratelli, anche per manifestare questo senso di appartenenza
civile ed ecclesiale. (bi)