2011-11-23 15:26:39

Un libro ricorda i 50 anni delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Turchia nel segno del Beato Giovanni XXIII


È stato presentato ieri a Roma il volume “Istanbul, incontro di due mondi”, che celebra il 50.mo anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra Turchia e Santa Sede. Lo studio, promosso dall’Istituto di studi politici S. Pio V e sostenuto delle istituzioni turche, è un tributo alla figura del Beato Angelo Roncalli, delegato apostolico ad Istanbul negli anni precedenti alla sua elezione al soglio di Pietro. Il servizio di Michele Raviart.RealAudioMP3

Quando mons. Roncalli entrò per la prima volta nella Cattedrale di Santo Spirito a Istanbul, il 6 gennaio 1935, sapeva che non avrebbe avuto alcun ruolo rappresentativo al di fuori della sua missione spirituale. Ma gli undici anni vissuti da amministratore apostolico del Vicariato nella città sul Bosforo, lo avvicinarono molto al popolo turco. Un’esperienza decisiva nella formazione del futuro Papa Giovanni XXIII, che nel 1960 decise così di avviare formalmente i rapporti diplomatici con la Repubblica turca. Kenàn Gursòy, ambasciatore della Turchia presso la Santa Sede:

“Da cinquant’anni le relazioni tra Turchia e Santa Sede sono relazioni di pace, di comprensione e di intesa reciproca. La comunità cristiana della Turchia è una comunità molto attiva e vitale. Se abbiamo avuto una storia, l’abbiamo avuta insieme. Non si tratta di una minoranza considerata come proveniente da fuori. Fa parte della nostra società e credo che mons. Roncalli sia stato il simbolo della presenza cristiana in Turchia”.

“Sono profondamente affezionato al popolo turco presso il quale il Signore mi ha invitato”, scriveva Roncalli nel 1936, e il profondo rispetto per la sua cultura si rispecchiò nell’introduzione della lettura del Vangelo in lingua turca durante la Messa. Una piccola anticipazione di quello che sarebbe stato il Concilio Vaticano II e un passo significativo del dialogo della Chiesa con la Turchia, culminato nel 2006 con il viaggio apostolico di Benedetto XVI. Rinaldo Marmara, portavoce della Conferenza episcopale turca e autore del volume:

“Il Papa Benedetto XVI ha lasciato una buona impressione di dialogo, cioè di apertura, un volersi avvicinare alle altre religioni, alle altre civiltà, ha continuato cioè quello che ha fatto Giovanni XXIII in Turchia nei suoi dieci anni; ha continuato questo spirito di fratellanza universale e il desiderio di costruire ponti fra le due culture, fra le due religioni”.

Ad Istanbul, città-ponte per antonomasia, vivono circa quindicimila cattolici che non hanno certo dimenticato l’azione pastorale di Angelo Roncalli, tanto che la via della delegazione apostolica nel quartiere multietnico di Şişli è stata da poco ribattezzata “via Roncalli”. Ma la comunità cristiana talvolta è ancora oggetto di aggressioni, come tristemente ci ricorda la morte di don Andrea Santoro nel 2006. Luigi De Salvia, segretario della sezione italiana di “Religioni per la pace”.

“Noi abbiamo l’esempio luminoso di don Andrea Santoro, il quale proprio in quella situazione difficile è riuscito a fare un percorso di essenzialità, di approfondimento spirituale, quasi di purificazione spirituale. Il fatto che la sua vita, la sua esperienza si sia conclusa in quel modo tragico non toglie nulla a questo tipo di approccio nuovo, di approccio diverso, che potrà essere disturbato da eventi, che però sono anche di altro tipo, perché poi, in fondo, dietro all’aggressività fondamentalista ci sono paure infinite, paure verso il futuro”.







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