Presentata la 15.ma edizione del Tertio Millennio Film Fest
Presentato al Pontificio Consiglio della Cultura il 15.mo Tertio Millennio Film Fest:
inizia il primo dicembre con un convegno internazionale e a seguire, dal 6 all’11
dicembre al cinema Trevi di Roma, una serie di eventi speciali, anteprime, focus,
incontri e premi che ruotano intorno al tema del miracolo, della morte e del cambiamento,
cifre fondamentali per capire la realtà che ci circonda e i grandi interrogativi dell’umanità.
Il servizio di Luca Pellegrini:
Non più il
diavolo, ma il miracolo, probabilmente. Parafrasando Bresson, il Tertio Millennio
Film Fest va a cercare nel suo 15.mo anno di vita tutto quello che il cinema è capace
di dire sulla fine del mondo, la morte e il disagio sociale; un pessimismo dilatato
e generazionale, rischiarato però dalla luce, limpida o offuscata, del sovrannaturale,
della grazia, del trascendente. Ci si interroga dunque sull’ineffabile, sul male che
è spirituale e il bene che deposita segni concreti nell’esistenza. In apertura del
Festival, l’1 e il 2 dicembre, alla Pontificia Università Lateranense, un convegno
internazionale sul tema “Film and Faith”, ossia “Film e Fede”, cui parteciperanno
il cardinale Gianfranco Ravasi, mons. Claudio Maria Celli e mons. Enrico dal Covolo,
affiancati da studiosi, critici e registi di cinema. Appuntamento che mons.
Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali,
ha voluto per una ben precisa ragione:
“Vogliamo mettere insieme queste
due realtà, la realtà della fede e la realtà del cinema. Non vogliamo vedere soltanto
quel cinema che parla esplicitamente di religione o di fede, ma vedere dove il cinema
può aprire per noi un mondo trascendente, specialmente perché molti dei nostri giovani
sono cresciuti con il cinema, ma anche con i libri di Harry Potter e il cinema di
fantascienza, che apre un altro modo di vedere il mondo e noi vogliamo vedere se c’è
la possibilità di dialogare con questo mondo, per provocare anche le domande che toccano
più il senso della vita, della religione e della fede”.
Poi, spazio
ai film: tutti legati al tema “Amore, morte, miracoli. Per una fenomenologia della
società contemporanea”. Sguardo impegnativo, come spiega mons. Dario Edoardo
Viganò, pesidente della Fondazione Ente dello Spettacolo:
R.
- Si, il titolo evoca appunto quello di Bresson, il diavolo probabilmente, il miracolo
probabilmente, perché? Perché ci siamo resi conto come in questi anni molte narrazioni
cinematografiche, forse quelle più indipendenti, ma non necessariamente, in qualche
modo indagano l’ineffabile, cioè cercano di scoprire come nella vita ci sia la possibilità
di scorgere la presenza dello Spirito, di un evento straordinario che accade, che
per noi cristiani è l’evento della Provvidenza, il miracolo appunto, la presenza di
Dio nella storia, e che nelle narrazioni del cinema molto spesso assumono forme di
personaggi che hanno ruoli differenti o comunque che hanno anche volti differenti.
Cioè l’idea è un po’ quella di cercare nelle grandi narrazioni della contemporaneità
le modalità perché lo straordinario, la Grazia, appunto, intervenga nel quotidiano”.
D.
- Non è soltanto lo straordinario, la Grazia che interviene in modo visibile nel quotidiano,
perché il cinema racconta molte volte anche l’invisibile che avviene nel cuore umano,
quindi un miracolo che il cinema declina anche diversamente…
R. - Assolutamente
sì. Ci sono storie molto belle in cui, appunto, semplicemente l’incontro con una persona
inattesa o, comunque, con una persona che si scopre in maniera differente in un determinato
momento, avvia un processo di cambiamento della persona: quindi è un miracolo proprio
dell’esistenza. Oppure pensiamo ad esempio a film che in qualche modo raccontano come
molto spesso ci sia la scoperta di una nuova prospettiva della vita. In fondo, quando
noi parliamo di conversione, metanoia, la metanoia è un cambiamento, ma nel senso
che è al di là del pensiero, cioè vedere oltre. Ecco, quando un film permette di vedere
oltre, siamo di fronte a una conversione, cioè siamo di fronte a un cambiamento, a
un miracolo della vita.