Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici. Il cardinale Rylko: la fede in Dio
dà senso alla vita
Far riscoprire l’importanza del rapporto con Dio come fondamento della vita e della
speranza dei nostri contemporanei e delle nostre società. Con questo intento il Pontificio
Consiglio per i Laici dedicherà la sua prossima assemblea annuale al tema “La questione
di Dio oggi”. Il dicastero vaticano, che sostiene l’attività dei fedeli laici e delle
associazioni e i movimenti nelle diverse realtà del mondo, invita così i suoi membri
ad un’analisi sulla situazione della fede e della non credenza oggi nel mondo. Prendendo
sul serio il richiamo di Benedetto XVI sul rischio che nella vita di tanti, specie
giovani, Dio sia completamente assente o addirittura, sia eclissato “il senso di Dio”.
Tre giorni di incontri e dibattiti, a Roma, da domani fino a sabato, con testimonianze
concrete di alcuni laici su come cambia la vita se Dio c’è o non c’è. Al cardinale
Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, Pietro Cocco
ha chiesto quale contributo porti la fede in Dio alla vita delle donne e degli uomini
di oggi:
R. - Lei
mi domanda cosa la fede aggiunge alla vita dell’uomo... In realtà la fede non è un’aggiunta,
un accessorio... La fede è il centro vitale della persona umana. Il rapporto dell’uomo
con Dio è determinante per il suo rapporto con se stesso e con il mondo. Escludendo
Dio, l’uomo rimane per se stesso un enigma inspiegabile. E’ solo la fede in Dio che
dà senso alla nostra esistenza, è dalla fede che nasce “la grande speranza” senza
la quale l’uomo non può vivere. Il Papa ci assicura: “Senza Dio i conti sull’uomo
non tornano...”. Perciò il nostro compito come cristiani è soprattutto quello di rimettere
nuovamente in luce la priorità di Dio nella vita dell’uomo e, non di un dio qualunque,
ma di quel Dio che si è rivelato nel volto di Gesù Cristo.
D. - Questo
influirebbe positivamente sulla vita civile e sociale?
R. - Una delle
grandi sfide della post-modernità è la tendenza a rinchiudere Dio esclusivamente nell’ambito
della vita privata dell’uomo. Assistiamo, infatti, a vari tentativi di esclusione
di Dio e della fede dalla vita pubblica... C’è chi oggi parla di “cristianofobia”
... E la risposta di Papa Benedetto XVI è molto chiara: “Ci sono tanti problemi che
si possono elencare, che devono essere risolti, ma che - tutti - non vengono risolti
se Dio non viene messo al centro, se Dio non diventa nuovamente visibile nel mondo”.
E proprio qui si apre un vasto spazio per una testimonianza cristiana coerente e persuasiva.
Questo è il servizio più importante che noi cristiani siamo chiamati a rendere al
mondo in cui viviamo.
D. - C’è un “volto” specifico di Dio che i cristiani
dovrebbero conoscere e testimoniare?
R. - Noi conosciamo il volto di
Dio guardando la persona di Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo per la nostra salvezza.
È questa l’epifania definitiva del mistero di Dio all’umanità. Noi cristiani siamo
chiamati a conoscere e a testimoniare questo Dio, un Dio che si china sull’uomo, che
ci viene incontro, un Dio-con-noi. Nella Christifìdeles laici (al n.34) il Beato Giovanni
Paolo II ha scritto: “L’uomo è amato da Dio! E’ questo il semplicissimo e sconvolgente
annuncio del quale la Chiesa è debitrice all’uomo. La parola e la vita di ciascun
cristiano possono e devono far risuonare questo annuncio: Dio ti ama, Cristo è venuto
per te, per te Cristo è Via, Verità e Vita!”. A questo punto possiamo domandarci:
“E’ questa l’immagine di Dio che traspare dai nostri atteggiamenti e dalle nostre
scelte di ogni giorno?”. Abbiamo una grande responsabilità: trasmettere al mondo un’immagine
vera di Dio e non un’immagine ridotta, travisata o deformata...
D.
- C’è tuttavia oggi una crisi del senso della vita, per cui i beni materiali, le sicurezze
immediate spingono ad un’autosufficienza di fatto tante persone. Si è individualisti
anche nel campo spirituale. Le scelte dei cristiani non sono abbastanza credibili?
R. - All’inizio del suo pontificato Benedetto XVI ha parlato dei vari
deserti del mondo e ne ha evidenziato uno in particolare: “Il deserto dell’oscurità
di Dio, dello svuotamento dell’anima, senza più coscienza della dignità e del cammino
dell’uomo . Oggi neanche tra i battezzati la fede può essere data per scontata...
il Papa ci avverte che ci preoccupiamo molto delle conseguenze della fede dei cristiani
nella vita sociale, economica, politica, supponendo che questa fede esista. Invece
nei nostri tempi questo è sempre meno realistico. Ecco dunque la grande sfida di oggi:
riscoprire il valore della fede nella vita di ogni cristiano... riscoprire la bellezza
della fede e la bellezza di una vita che si lascia ispirare dal Vangelo. Questo è
anche l’obiettivo fondamentale dell’Anno della fede indetto dal Papa nella Chiesa
e che inizierà l’11 ottobre dell’anno prossimo. Benedetto XVI precisa: “La fede deve
essere ripensata e soprattutto rivissuta oggi in modo nuovo per diventare una cosa
che appartiene al presente. Ma non è l’annacquamento della fede che aiuta, bensì solo
il viverla interamente nel nostro oggi... Non saranno le tattiche a salvare il cristianesimo,
ma una fede ripensata e rivissuta in modo nuovo”.